Dopo Mattarella, una confusione non casuale: i partiti tengono ancora coperte le proprie carte

Dopo Mattarella, una confusione non casuale: i partiti tengono ancora coperte le proprie carte
Caro Direttore, mentre stiamo vivendo-abitando la fantascienza in cui ci ha scaraventato la pandemia (fare esempi che conosciamo bene tutti sarebbe pleonastico e ridondante),...

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Caro Direttore,
mentre stiamo vivendo-abitando la fantascienza in cui ci ha scaraventato la pandemia (fare esempi che conosciamo bene tutti sarebbe pleonastico e ridondante), forse come cittadinanza non ci stiamo rendendo bene conto che posta sia in palio con l'elezione del Presidente della Repubblica. Sì, perché se reputiamo che la presidenza Mattarella sia stata ottima (ovvero prestigiosa, autorevole e assertiva senza essere autoritaria e carismatica) dobbiamo metterci d'accordo con noi stessi, anche dal mero-banale punto di vista logico. Perché si può capire che Fratelli d'Italia auspichi un Capo dello Stato messianico, salvatore della patria, uomo forte coi pieni poteri e padre-padrone, ma che questo possa balenare nella mente e desiderata di veri democratici-liberali quali sono a larga maggioranza gli italiani, che sanno bene che a una barca per salvarsi in acque agitate servono sia i rematori e persino le zavorre oltre al nocchiero, temo non sia esattamente quello di cui avremmo bisogno come Paese.


Fabio Morandin
Venezia


Caro lettore,


anche a me pare che questa elezione del Presidente della Repubblica si stia caricando di valori e significati eccessivi, persino estranei al ruolo e al peso che la Costituzione assegna alla più alta carica dello Stato. Sia chiaro: anche se non siamo in un sistema presidenziale, il Quirinale rappresenta nello scacchiere politico italiano uno dei palazzi della politica. Ma l'enfasi e l'agitazione che accompagnano questa elezione credo si sia spiegata soprattutto anche da due ragioni. La numero uno: per la prima volta il centrodestra ha la possibilità di essere decisivo nella scelta del nuovo Presidente e questo genera una forte inquietudine nel centro sinistra e in particolare nel Pd che in passato ha gestito e orientato l'elezione della più alta carica dello Stato pescando sempre all'interno delle sue file. La seconda ragione riguarda invece Draghi: non ci sono dubbi che il premier sarebbe il super favorito per la Presidenza della Repubblica. Peccato che in questo momento faccia un altro lavoro, non meno, anzi forse più importante. Ma sono in molti che, anche se a parole non si dichiarano contrari all'ipotesi Draghi, in realtà temono la sua elezione e tramano e agiscono perché l'attuale premier non traslochi da Palazzo Chigi al Quirinale. Il risultato di tutto ciò è la complessa e confusa situazione è quello che lei descrive. Ma è tutt'altro che casuale. Semplicemente quasi tutti preferiscono disquisire di massimi sistemi e tenere invece coperte le proprie carte. E i candidati su cui intendono davvero puntare. Ma non preoccupiamoci: siamo solo agli inizi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino