La laicità dello Stato non si misura sulla capacità di mettere la sordina alla Chiesa (o ad altri)

La laicità dello Stato non si misura sulla capacità di mettere la sordina alla Chiesa (o ad altri)
Egregio direttore,  non sono un sostenitore della legge Zan. Ma trovo eccessivo questo modo di pensare che impone il punto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Egregio direttore, 


non sono un sostenitore della legge Zan. Ma trovo eccessivo questo modo di pensare che impone il punto di vista di pochi a tutti gli altri. Però sono certo che non mi è piaciuto il tentativo della Chiesa cattolica di cercare di bloccare la legge Zan. È l'ennesimo incursione, invasione forse meglio, del Vaticano nelle leggi dello Stato italiano. Ma la Chiesa deve accettare il fatto che siamo uno Stato laico, non confessionale. Ed occuparsi delle anime, compito già abbastanza difficile mi pare di capire.
Lorenzo Stefanin
Venezia


Caro lettore, 


anche se nel passato nel nostro Paese la laicità dello Stato è stata spesso più una dichiarazione di principio che una realtà di fatto, non c'è dubbio che lo Stato debba essere autenticamente e profondamente laico nel suo agire e legiferare. Ma è altrettanto vero che la Chiesa cattolica ha diritto di parola e di azione, a maggior ragione quando c'è una legge, il cosiddetto Concordato, che gliene dà la facoltà e assegna un preciso ruolo nei rapporti con la Repubblica italiana. Del resto è difficile sostenere che, in questo come in altri casi, le autorità cattoliche non si siano fatte portavoce di sensibilità o posizioni ampiamente presenti anche nell'opinione pubblica italiana. Non lo dovevano fare? E perché mai? Rivendichiamo, giustamente, il diritto di tante minoranze di veder tutelati e garantiti i propri diritti e vogliamo negare a una realtà come la Chiesa cattolica la facoltà di intervenire e far valere il suo punto di vista, condivisibile o meno? La laicità di uno Stato non si misura sulla sua capacità di impedire o limitare la possibilità della Chiesa cattolica o di ogni altra realtà religiosa, politica e culturale di far sentire la propria voce e di esercitare il proprio ruolo. Uno Stato è laico quando si dimostra capace di decidere in modo autonomo, senza farsi condizionare e facendo prevalere la sua indipendenza di giudizio e di scelta su ogni pressione o opinione diversa e contraria. Ma la laicità presuppone anche il confronto di idee, il dibattito e l'esercizio delle prerogative che le leggi ti mettono a disposizione. Laicità non è sinonimo di pensiero unico. È il suo esatto contrario. E dovrebbe sempre ricordarlo tutti, sopratutto i difensori dei diritti civili. Che non sono solo i loro diritti, ma anche quelli degli altri. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino