In politica i voti contano più dei proclami e delle proteste

In politica i voti contano più dei proclami e delle proteste
Caro direttore, se le scrivo, è perché sto seguendo una polemica sorta in questi giorni riguardante la presunta censura a...

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Caro direttore,


se le scrivo, è perché sto seguendo una polemica sorta in questi giorni riguardante la presunta censura a cui sarebbe sottoposto il candidato Alessio Morosin di Indipendenza Veneta. Effettivamente, di indipendenza veneta non si sente parlare nè sui giornali, nè tantomeno in televisione.

Se questo fosse veramente frutto di una qualche censura, magari per ordini ricevuti da qualcuno, ciò sarebbe molto grave, significherebbe la fine della democrazia e la deriva totalitaria.

Gianfranco Braido



Caro lettore,

Morosin ha tutto il diritto di protestare per non essere stato invitato al confronto tv insieme agli altri 4 candidati alla presidenza della regione Veneto. Ma Sky, che non è una tv pubblica, ha, dal canto suo, il diritto di decidere, in piena libertà come realizzare un programma, chi invitare, come gestirlo, quali domande fare. La par condicio non è una garanzia di democrazia, è la sua (politicamente corretta) mortificazione. E' il manuale Cencelli, il vangelo della lottizzazione, applicato all'informazione. Detto ciò, in questi ultimi anni di indipendenza e di autonomia in Veneto si è parlato molto e anche nella campagna elettorale in corso tutti i candidati si sono schierati su questo tema. Il 31 maggio si vota. Alessio Morosin e Indipendenza Veneta sono in campo e potranno misurare concretamente il consenso popolare di cui godono le loro proposte. In politica, alla fine, contano i voti. Assai più dei proclami e delle proteste. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino