Non piegare le parole del Papa alle convenienze del momento

Non piegare le parole del Papa alle convenienze del momento
Egregio direttore, è curiosa la dissonanza tra la legislazione dello Stato Vaticano sull’immigrazione rispetto alle...

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Egregio direttore,

è curiosa la dissonanza tra la legislazione dello Stato Vaticano sull’immigrazione rispetto alle dichiarazione rese da Papa Bergoglio: chiedo perdono per chi chiude le porte a questa gente che cerca vita. La legge III del 1999 sulla cittadinanza e il soggiorno recita all’articolo 21: “ coloro che si trovano nella città del Vaticano senza avere l’autorizzazione prevista possono essere espulsi anche con la forza pubblica”. Il comma successivo recita: “può essere sottoposto a pena pecuniaria o detentiva chi s’introduce nello Stato del Vaticano nonostante il rifiuto di permesso o in violazione di un provvedimento di divieto di ingresso”. Riassumendo nello stato del Vaticano c’è sia il respingimento con la forza pubblica nonché l’arresto. A mio avviso il Santo Padre dovrebbe dare l’esempio per l’accoglienza degli immigrati: abrogare l’articolo 21 e il comma successive della legge III del 1999 entrata in vigore in Vaticano il 22 febbraio 2001 e dare ospitalità gli immigrati.

Mario Morara



Mira (Venezia)



Caro lettore,

il Papa ha il diritto e il dovere di far sentire con forza la sua voce e di richiamare uomini e donne di buona volontà ai valori della solidarietà e della fratellanza universale. La politica ha però un compito diverso: deve gestire concretamente i problemi e calare quei valori in un contesto economico e sociale spesso assai complesso e dove il concetto di solidarietà ha molte sfaccettature e va declinato anche nei confronti non solo di chi arriva in Italia ma anche di chi in Italia vive e spesso con parecchie difficoltà. Non bisogna confondere i piani e i ruoli nè si devono piegare le parole del Santo Padre alle proprie convenienze del momento.


Un fatto certo: una gestione approssimativa e posticcia dell'accoglienza, dove in nome di una solidarietà falsa e ipocrita si fanno entrare tutti e si distribuiscono sul territorio uomini, donne e bambini senza un disegno, senza una prospettiva e spesso anche senza una logica, non ha nulla a che fare con i valori richiamati dal Papa. Anzi rischia di esserne la negazione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino