Conti a Panama, una realtà che va comunque conosciuta

Conti a Panama, una realtà che va comunque conosciuta
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Caro direttore,
giorno dopo giorno emergono nuovi nomi di presunti evasori, vip: alcuni di questi giurano di non aver mai avuto conti esteri, tanto meno a Panama. A questo punto i fattori sono due: o mentono spudoratamente o ci sono casi di omonimia "fasulla", tipo Facebook dove dietro lo stesso nome si celano persone finte o diverse. Chi vivrà, saprà.

Rimo Dal Toso

Padova

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Caro lettore,
naturalmente in attesa di vedere e verificare i documenti, dobbiamo dar credito ad ogni smentita e ricordare che i fondi depositati nelle società panamensi non sono necessariamente illegali o sottratti al fisco. Ogni caso va valutato e fa storia a sè. Resta però il fatto che a Panama avevano trovato rifugio quantità di denaro enormi. E vien difficile pensare che a far confluire nel piccolo stato centramericano tutti questi soldi sia stato lo Spirito Santo. Finora però solo in pochi hanno ammesso di essere titolari di uno di quei conti. Tra costoro c'era il premier islandese, che è stato costretto alle dimissioni. Gli altri hanno quasi tutto smentito, minimizzato e denunciato manovre nei loro confronti o improvvisi quanto insuperabili vuoti di memoria. C'è anche chi come il calciatore Leo Messi, si è persino giustificato dicendo che lui firma quello che gli fa firmare qualcun altro: nel caso specifico, il papà. Chi vivrà, saprà, dice lei. Quel che però già sappiamo è abbastanza per farci dire che, nel mondo e non solo in Italia, esistono ancora troppe persone che, pur essendo notevolmente facoltose e ricoprendo incarichi pubblici di grande rilievo, preferiscono nascondere la loro ricchezza e aggirare gli obblighi fiscali, incuranti dei loro doveri e delle loro responsabilità. Dunque ben vengano inchieste come quelle che stiamo leggendo in questi giorni. Forse contengono qualche errore, ma squarciano il velo di una realtà che va conosciuta. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino