Europa League, il caso Napoli e i professionisti del piagnisteo

Europa League, il caso Napoli e i professionisti del piagnisteo
Caro direttore, dal 2009 la Uefa garantisce un posto in più nel torneo calcistico di Europa League per chi si comporta bene....

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Caro direttore,

dal 2009 la Uefa garantisce un posto in più nel torneo calcistico di Europa League per chi si comporta bene. La prossima stagione lo otterranno paesi come Olanda, Inghilterra e Irlanda. Tra i criteri adottati risultano esserci il rispetto per avversari e arbitro, e il comportamento del pubblico. Evidentemente la devastazione di Roma del 19 febbraio scorso ad opera degli ultrà olandesi del Feyenoord e le banane lanciate a Rotterdam a giocatori della Roma non devono avere influito più che tanto nella scelta che ha portato l'Olanda in vetta alla graduatoria stagionale. Se sommiamo questo alla designazione di arbitri stranieri palesemente incompetenti per partite chiave come le semifinali di Europa League (si veda la partita di andata, giovedì, tra Napoli e Dnipro, durante la quale è stato convalidato un gol segnato senza ombra di dubbio in fuorigioco da parte della squadra ucraina) allora non resta altro che concordare con il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, per cui è arrivata ormai l'ora che Michel Platinì e la dirigenza Uefa facciano le valige.

Nadia Berengo



Mestre



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Cara lettrice,

le parole del presidente del Napoli mi hanno fatto tornare alla mente una battuta. Questa: "Il vittimismo è un modo per sbarcare il lunario con il piagnisteo". De Laurentiis ha ragione di lamentarsi per l'errore arbitrale, ma la teoria del complotto ordito ai danni dell'Italia calciofila sotto l'attenta regia di Platini o di qualcun altro mi sembra soprattutto un abile e poco verosimile diversivo calato nel dopo partita per sfuggire alle proprie responsabilità e a quelle della squadra. Un atteggiamento ben noto e molto praticato dalle nostre parti. E non solo nel mondo del calcio. Ma gli italiani sarebbero meglio e più considerati se qualche volta resistessero alla tentazione di indossare i panni delle vittime e piangersi addosso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino