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si è lungamente parlato a suo tempo del cosiddetto “metodo Boffo”; oggi assistiamo alla vicenda che coinvolge il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, e si saprà – forse – se i giornalisti dell’Espresso che hanno scritto della presunta intercettazione, hanno volutamente pubblicato una notizia falsa, o se sono stati indotti in errore da qualcuno.
Ma una cosa mi chiedo: i giornalisti hanno detto di aver ascoltato la registrazione un anno fa! Allora perché aspettano un anno per pubblicare la notizia? Forse perché oggi il governatore Crocetta va politicamente eliminato? È deontologicamente lecito tutto ciò?
Dott. Giovanni Maria Rebecchi
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Caro lettore,
finora, a parte ciò che ha pubblicato l'Espresso, non c'è nulla che ci consenta di dire che quella orrenda telefonata esista davvero e che il presidente della giunta siciliana abbia ascoltato l'amico Tutino pronunciare l'ormai famosa frase: "Lucia Borsellino va fatta fuori, come il padre". Anzi sappiamo che la magistratura ha smentito a più riprese l'esistenza di quella conversazione e ha indagato i due giornalisti de l'Espresso per diffusione di notizie false.
Vedremo se nelle prossime settimane l'opinione pubblica verrà messa nella condizione di capire meglio cosa sia esattamente successo.
Un fatto è certo: se l'Espresso fosse in possesso di una registrazione o di una documentazione cartacea che attestino l'esistenza della telefonata, l'avrebbe già prodotta.
Per ora, comunque, parlare di un "metodo Boffo" bis, è prematuro. Ma, certo, se si verificherà che, come sostiene la magistratura palermitana, quella telefonata non è mai stata fatta o se non esistono documenti che ne confermino l'esistenza, potremmo dire di trovarci di fronte a un "metodo Crocetta", non meno grave del celebre precedente. Anzi, forse, persino peggiore. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino