Romea strada della morte un'emergenza dimenticata

Romea strada della morte un'emergenza dimenticata
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Caro direttore,

il pauroso incidente avvenuto sulla Romea a Conche di Codevigo domenica e che ha visto la morte di una bambina di tre anni ritorna ad interrogarci sul perché ci si ostini ancora a non volere la realizzazione della nuova Romea. Quest’ultimo incidente ci dimostra, per l’ennesima volta, come sia quanto mai necessario mettere in sicurezza quella strada, che è una arteria oramai inadeguata per il traffico che ogni giorno la attraversa. Non avendo corsie di sosta nei due lati, ogni avaria che dovesse accadere alle autovetture comporterebbe un pericolo. Le dinamiche dell’incidente occorso dovranno essere valutate e studiate, ma certamente se la causa è lo scoppio accidentale di uno pneumatico, allora capiamo come quotidianamente migliaia di persone sono in pericolo di vita. Troppi ritardi si sono accumulati negli anni: le non-decisioni non risolvono i problemi. Quella in pochi anni deve divenire una strada sicura, a quattro corsie con una corsia di emergenza. Sembra che il progetto sia approvato dal Cipe, che i vari permessi siano stati rilasciati e allora procediamo... basta aspettare. Non possiamo più permetterci altro dolore. Gli interessi di pochi non possono bloccare lo sviluppo e la sicurezza di molti, altrimenti i morti futuri peseranno nella coscienza di coloro che si oppongono alla realizzazione di questa opera.


Paolo Bonafè

Venezia

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Caro lettore,


la Romea è una autentica vergogna. Da anni questa strada è stabilmente inserita ai primi posti tra le arterie stradali più pericolose d'Italia, eppure non accade nulla. Anzi, si susseguono gli incidenti, spesso mortali come quello verificatosi domenica pomeriggio. Qualche volta la causa è l'errore umano, altre volte un guasto, ma l'esito è quasi sempre lo stesso: la perdita di vite umane. Eppure non basta questa drammatica sequenza di morti e feriti a smuovere i decisori, a imporre un intervento. L'unica è il solito, inconcludente fiume di parole e di promesse. Ma i fatti restano a quota zero. Si è soliti dire che l'Italia e gli italiani sanno reagire e danno il meglio di sé solo quando sono posti di fronte all'emergenza e al dramma. La storia della Romea sembra contraddire anche questa convinzione. E viene da chiedersi quante altre morti occorrerà attendere prima che qualcuno si decide ad affrontare l'emergenza Romea. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino