La mamma dell'acido e il bene di suo figlio

La mamma dell'acido e il bene di suo figlio
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Egregio direttore,

che la nostra Italia sia il Paese del “buonismo” ad ogni costo lo abbiamo capito da tempo, e i risultati li abbiamo purtroppo sotto gli occhi ogni giorno. In quest'ottica va letto anche il dibattito apertosi sulla vicenda dei due “genitori all'acido”, e sul destino del loro incolpevole neonato. Al di là del giustificazionismo delle solite “anime belle”, credo che tutti noi dovremmo rispondere a questa semplice domanda: affiderei mio figlio a una baby sitter che a un certo punto della sua vita ha pensato bene di marchiare con l'acido l'ex fidanzato, aiutata in questo dal nuovo spasimante? Questo è il problema di fondo, e su questo si dovranno confrontare con molta attenzione i giudici chiamati a decidere se la “coppia acido” abbia o meno il diritto di allevare il loro figlio. E questo al di là dei luoghi comuni derivanti dal “mammismo italico” e dal “i figli so piezz e core”.

Nella polemica attuale ci si è scordati della “vittima”, di un ragazzo che è rimasto sfigurato e che ne pagherà le conseguenze per tutta la vita. Senza dimenticare per di più che la coppietta dovrà affrontare un altro processo per due agguati con analoghe modalità.



Umberto Baldo

Abano Terme





Caro lettore,


credo che domanda che tutti dovrebbero porsi è questa: il sistema di valori di una coppia come quella "dell'acido" è compatibile con l'educazione di un figlio? La risposta non può che essere negativa. Qui non siamo di fronte a rapinatori o a terroristi, siamo di fronte a gente profondamente e intimamente malata, con una percezione folle, alterata e criminale della vita e dei rapporti con la realtà e con gli altri. Affidare a persone come queste la crescita e l'educazione di un figlio non è possibile. Anzi sarebbe un delitto. Se poi i due fidanzati dimostreranno nel tempo di aver capito la gravità dei loro gesti e di aver maturato una diversa consapevolezza di loro stessi e del significato dei rapporti umani, se ne potrà riparlare. Ma per ora non ci possono essere dubbi: a quella donna, per ciò che ha fatto e per il vuoto di valori e principi che ha mostrato, non può essere affidato un figlio. Prima ritrovi se stessa, se ne è in grado, poi potrà preoccuparsi degli altri. E di suo figlio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino