Assenteisti, è corretto definirli "furbetti" anche per il vocabolario italiano

Assenteisti, è corretto definirli "furbetti" anche per il vocabolario italiano
Egregio direttore, cosa volete che vi dica, la lingua italiana, assieme alla sua armoniosità, rimane per me sempre la più ricca di vocaboli, senza dover andare a...

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Egregio direttore, cosa volete che vi dica, la lingua italiana, assieme alla sua armoniosità, rimane per me sempre la più ricca di vocaboli, senza dover andare a pescare tra i troppi inglesismi ed deturpazioni varie, e ciò che esprime una parola, dovrebbe avere intrinseca il significato che si porta dietro. Esempio, la cronaca recente è zeppa di articoli che trattano, purtroppo, dei cosiddetti furbetti coloro che intascano uno stipendio anche andando, in tempo di lavoro, per i fattacci loro, in barba a coloro che il lavoro magari non ce l'hanno e che il proprio lo svolgono con serietà; e sono indubbiamente la maggioranza. Dicevo del significato della parola, usare un vezzeggiativo come furbetti, è quasi come una attenuante se non una scusante del loro comportamento, dei monelli, delle simpatiche canaglie, quando invece il vocabolo adeguato dovrebbe essere dispregiativo, come furbastri; ovvero portatori di un comportamento decisamente esecrabile.

Usiamo i vocaboli adeguati, di modo che gli epiteti abbiano il loro significato che la lingua italiana ha loro dato, là dove furbastro non è altro che una metafora esplicita della parola ladro.
Antonio Alberti
Pieve di Cadore

Caro lettore, 

non è la prima volta che qualcuno scrive lamentando l'uso (o l'abuso) del termine furbetti applicato a evasori, finti invalidi, assenteisti cronici. Il fastidio che l'uso di questo termine genera va oltre gli aspetti strettamente linguistici. Ed è rivelatore di un tratto del nostro carattere nazionale. In Francia per definire un furbo si dice malin: parola che ha in se la radice di male. Molti italiani però non attribuiscono alla furbizia una valenza soprattutto negativa. Esattamente il contrario. Furbi e furbetti usano la loro abilità per fregare gli altri. Ma in una nazione dove l'individualismo prevale spesso sul senso di comunità e dove in tanti sono insofferenti alle regole, chi è capace di aggirarle, suscita invece una certa ammirazione e, in qualcuno, anche un po' di invidia. Per questo molti lettori considerano un errore definire furbetti- cioè furbi di calibro minore - alcune categorie di persone specializzate nel far valere il proprio tornaconto a danno degli altri. Sembra che usando questo termine si sminuisca la gravità delle loro azioni. Non è così. Il vocabolario Treccani dà alla parola furbetto questo significato: chi si comporta in modo fraudolento violando o aggirando le regole. Cioè un malfattore, un malandrino. Che è esattamente ciò che sono e vanno considerati gli assenteisti, gli evasori fiscali e i loro simili. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino