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ritengo che quanto affermato dal vicesindaco di Forni Avoltri - «Salire sul ponte in 36/40 persone per fare una foto di gruppo è stata una leggerezza...» - sia un modo per mettere al riparo se stesso e l'amministrazione da eventuali responsabilità. Non si può lasciar costruire una struttura su terreno demaniale, che di fatto sarà ad uso pubblico, da appassionati senza permessi, calcoli statici e successivo collaudo. Il ponte andava sicuramente rimosso.
Alessandro Bianchin
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Caro lettore,
quando si verificano incidenti come quello di Forni Avoltri, scatta l'immancabile ricerca del colpevole.
Non ho mai utilizzato quel ponticello e non ho competenze ingegneristiche, quindi mi è difficile esprimere un'opinione circostanziata. Ho però percorso molti ponti e ponticelli in montagna che verosimilmente non avrebbero retto il peso non di 40 ma neppure di 20 persone e confesso che non mi ha mai sfiorato l'idea che per ciascuno di essi fossero necessari calcoli statici e collaudi specialistici. Purtroppo pretendere la massima sicurezza ovunque e comunque è impossibile. Anche per questo non me la sento di accusare nessuno di superficialità o di leggerezza per quel ponte crollato.
Con il senno di poi è certamente più facile giudicare, individuare inadempienze e stigmatizzare scelte e comportamenti. Ma l'imprevisto esiste e credo che nell'incidente di Forni Avoltri abbia giocato un ruolo importante. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino