Gay, Elton John, Brugnaro discriminazione al contrario

Gay, Elton John, Brugnaro discriminazione al contrario
Caro direttore, come cittadino del Comune di Venezia mi sento personalmente offeso da quanto ha detto il cantante inglese...

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Caro direttore,

come cittadino del Comune di Venezia mi sento personalmente offeso da quanto ha detto il cantante inglese Elton John contro il sindaco Luigi Brugnaro.

Il sindaco ha ritirato dalle scuole pubbliche dei libri ideologici che erano stati immessi senza alcun confronto con la cittadinanza e soprattutto senza dire nulla a genitori ed insegnanti, ripristinando di fatto la democrazia. Ora Elton John ci vuol parlare di diritti delle coppie omosessuali calpestati, senza sapere nemmeno una briciola di quanto accaduto a Venezia, deformando la realtà dei fatti. Il tutto per portare avanti una battaglia per i diritti degli omosessuali che vista dal lato opposto diventa la cancellazione, per i bambini, del diritto di avere una mamma e un papà. Una battaglia aberrante che mi vedrà sempre schierato a favore dei più deboli e dei più indifesi, che non sono gli omosessuali, sono i bambini. Al sindaco Brugnaro va tutta la mia solidarietà.

Marco Dal Prà

Mestre





Caro lettore,

a uno straordinario artista come Elton John andrebbe ricordato che il peggior modo per difendere una causa è dimostrarsi superficiale, disinformato e arrogante. Errori gravi in cui il grande musicista è caduto in questa sua improvvida e volgare intemerata contro il sindaco Brugnaro e la vicenda delle cosiddette "fiabe gay". Né Venezia né il suo sindaco sono intolleranti o preda di fobie discriminatrici. Il cittadino di una grande democrazia come la Gran Bretagna dovrebbe ben sapere che si possono avere opinioni diverse su temi etici sensibili e sull'educazione che su questi argomenti va data ai propri figli, senza per questo venire insultati pubblicamente. Il rispetto deve essere reciproco: non può essere solo preteso, va anche dato, soprattutto a chi esprime opinioni diverse dalle proprie. Altrimenti diventa arroganza e prevaricazione. Due concetti che non vorremmo mai vedere associati al nome dell'autore di capolavori come "Daniel" o "Candle in the Wind". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino