Gentile direttore, nel panorama politico, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, sono e rimangono i leader dei loro partiti, fintanto che non ci saranno altri con carisma e...
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Ugo Doci
Mestre
Caro lettore,
quando si sta in tribuna si possono fischiare gli avversari e persino insultarli in malo modo. Quando si scende in campo bisogna affrontarli e farci i conti. Temo che qualcuno, più nuovo di altri al palcoscenico della politica, non l’abbia ben compreso. E ne sta già pagando il conto, anche sul piano elettorale. D’alto canto è sicuramente vero che Renzi e Berlusconi restano i leader dei loro partiti e non possono essere ignorati o cancellati con un algoritmo o un tratto di pennarello. Ma anche loro devono comprendere che il risultato elettorale del 4 marzo ha aperto una nuova pagina della politica italiana, in cui altri sono i protagonisti e altre sono le dinamiche. Nè uno nè l’altro sembra che abbiano metabolizzato questo cambio di prospettive. La politica negli ultimi tempi ci ha abituati a mutamenti rapidissimi e imprevisti. Ma per continuare nella metafora calcistica iniziale, oggi tanto Renzi che Berlusconi non possono che giocare in difesa. Il ruolo di goleador è passato ad altri. Da leader quali sono devono comprenderlo e ritagliarsi un nuovo ruolo.
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Il Gazzettino