La Rai rifiuta i tagli, ma manda cinque troupe al seguito di Renzi

La Rai rifiuta i tagli, ma manda cinque troupe al seguito di Renzi
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Caro direttore,

le scrivo in merito all’articolo in prima pagina del Gazzettino di giovedì, “La Rai si ribella ai tagli del governo”, per avere, se possibile, una sua cortese risposta. Quando finalmente si parla di riformare per correggere determinate strutture e/o privilegi relative alla politica e/o alla società del nostro Bel Paese, si continua ad assistere a prese di posizione per nulla edificanti. Ora è il momento della ribellione del Cda della Rai, che prende posizione contro il taglio di 150 milioni previsto dal governo. Da cittadino anziano e amareggiato chiedo pertanto: quei 150 milioni il Cda non potrebbe facilmente reperirli correggendo molto leggermente determinati contratti plurimilionari con i conduttori di programmi di intrattenimento (leggasi Antonella Clerici, Fabio Fazio con Luciana Litizzietto, ecc.), per dimostrare che tutti fanno la loro parte in un momento così delicato per la nostra Italia? Sicuramente chi non arriva a fine mese con lo stipendio, o chi il posto di lavoro non ce l’ha, apprezzerebbe molto l’esempio di un comportamento socialmente valido (e ne abbiamo un infinito bisogno), invece di essere costretto a sorbirsi l’ennesima alzata di scudi in difesa di privilegi diventati insostenibili.




Renzo Turato

Mogliano Veneto (Treviso)





Caro lettore,

la Rai, come ha ben raccontato ieri sul nostro giornale Mario Ajello, si considera un mondo a sé, estraneo ai travagli del mondo e del Paese, immune dalla necessità di ridurre spese e rivedere antiche ed onerose (per i cittadini) abitudini. Purtroppo va anche detto che questo senso di estraneità è un virus che attecchisce rapidamente ad ogni latitudine politica, prova ne sia che il ricorso contro il taglio di 150 milioni deciso dal governo, sia stato votato da esponenti di tutti i partiti, compresi i più anti-sistema.



Ma quanto sia fragile e indifendibile questa trincea ipocritamente eretta a difesa della televisione di Stato, lo dimostra un episodio accaduto proprio pochi giorni fa. Al seguito del premier Matteo Renzi in Australia c'erano ben 5 diverse troupe di altrettanti telegiornali e notiziari Rai. Ha letto bene: non una, ma cinque. E questa sarebbe un'azienda in cui non è possibile tagliare e ridurre costi? Per favore, non scherziamo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino