I partiti hanno ancora senso soltanto se riescono a incidere nella realtà

I partiti hanno ancora senso soltanto se riescono a incidere nella realtà
Caro direttore, i partiti continuano a fare diagnosi sui problemi mentre dal basso arrivano spinte di cambiamento. I cittadini organizzati raccolgono problematiche, urgenze e...

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Caro direttore,

i partiti continuano a fare diagnosi sui problemi mentre dal basso arrivano spinte di cambiamento. I cittadini organizzati raccolgono problematiche, urgenze e propongono soluzioni alle istituzioni, insomma fanno quello che una volta facevano i partiti. Ma allora servono ancora i partiti? Credo serva un movimento in cui i cittadini discutono sugli aspetti per cui vale la pena impegnarsi. Questo genera passione e alimenta l’impegno trasformando il tempo della politica in tempo di vita.




Andrea Zampieri

vicesindaco di Campolongo Maggiore (Venezia)





Caro lettore, certamente i partiti sono chiusi su sé stessi, vittime delle loro liturgie e dei loro meccanismi. Anche per questo fanno sempre più fatica a interpretare i bisogni della società, a rappresentarne interessi, ad essere interlocutori sul campo dei cittadini, a interpretare la società e i suoi fermenti. Tutto vero. Ma le recenti elezioni regionali fotografano anche un'altra realtà. Il grande astensionismo che si è manifestato domenica non è stato certo un segnale di gradimento nei confronti delle forze politiche.



Tuttavia va anche notato che ad uscire con minori danni dalla recente tornata elettorale sono stati propri i due partiti più tradizionali rimasti in Italia, cioè la Lega e il Pd, le uniche due realtà politiche che mantengono ancora un'organizzazione sul territorio e i cui leader-segretari sono stati, in qualche misura, eletti dagli iscritti, non imposti in virtù di cooptazioni o di unzioni sacrali. Al contrario, i movimenti vecchi e nuovi più slegati al modello di partito tradizionale e, almeno nelle intenzioni, più vicini alla cosiddetta società civile sono stati puniti dagli elettori e non sono stati comunque in grado di intercettare il malessere di chi ha scelto di non andare a votare.



Cosa significa? L'analisi richiederebbe più tempo e spazio di quello concesso da questa rubrica. Ma forse una cosa va rilevata: in una società post-ideologica e molto instabile (liquida, come direbbe qualcuno) come quella attuale non basta aggregare, raccogliere proposte, fare comunità. Occorre anche saper far sintesi ed esprimere leadership condivise. I partiti tradizionali, pur con i loro limiti, riescono ancora a farlo, altri soggetti hanno invece mostrato maggiore fragilità e capacità di tenuta. Dopodichè il compito delle forze politiche è incidere concretamente nella realtà. Se riescono a farlo hanno ancora un senso. Altrimenti no. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino