Un estate umida e fredda prima di un autunno (socialmente) caldo

Un estate umida e fredda prima di un autunno (socialmente) caldo
Caro direttore, va bene la secchiata d’acqua a favore di telecamere, anche se con scopo nobile, ma sarebbe forse il caso...

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Caro direttore,

va bene la secchiata d’acqua a favore di telecamere, anche se con scopo nobile, ma sarebbe forse il caso di pensare ai danni fatti dall’acqua che cade ininterrottamente dal cielo e che ha rovinato una stagione ormai irrecuperabile; spiagge semivuote, alberghi, ristoranti, rifugi che ricevono disdette invece che prenotazioni, personale da pagare anche se gli incassi sono inadeguati: agricoltori che vedono marcire i loro prodotti, o invenduti, perché il maltempo impedisce a tutti di svolgere bene il proprio lavoro, o non favorisce la visita ai mercati e ai posti vendita. Credo che a fine settembre ci saranno molte migliaia di persone che hanno impegnato tempo e denaro e che si ritroveranno solo con nuovi oneri. Non sto dicendo che il maltempo sia colpa di Renzi e c., ma certo in momenti così duri, il governo nel complesso mi sembra inadeguato. Spero di sbagliarmi.



Gino De Carli

Soranzen (Belluno)





Caro lettore,

dopo un'estate umida e fredda, almeno al Nord, non è difficile prevedere che dovremo fare i conti con un autunno caldo se non addirittura rovente. Non so se sul piano meteorologico, ma certamente su quello economico-sociale. E lì davvero si misurerà l'adeguatezza del governo. Renzi dovrà misurarsi con un clima un po' diverso, e decisamente meno sereno, da quello che forse aveva immaginato.



La stagione che si sta chiudendo ha inferto duri colpi all'industria turistica e non ha certamente contribuito a migliorare i fragili conti dell'azienda Italia e di molte imprese. Ma è la congiuntura internazionale nel suo complesso, tra ripresa che latita e il susseguirsi di focolai di guerra, che offusca l'orizzonte. Il premier ieri ha detto che l'Italia ha bisogno di "aria nuova". Ha assolutamente ragione. Ma allora trovi la forza e il coraggio (dote che non gli fa difetto) di aprire le finestre del Paese e di farla entrare questa "aria". L'Italia può sopportare un autunno caldo, ma non può morire di immobilismo e di burocratica conservazione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino