"Dimettersi" dall'umanità è dare ragione ai terroristi

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Caro direttore,

alla luce di ciò che sta succedendo oggi nel mondo, dove addirittura i bambini, che sono l’immagine più luminosa della purezza e dell’innocenza, diventano assassini, può un quasi ottuagenario come me, credere ancora nel genere umano? Possono mi chiedo, quelli della mia età che hanno vissuto dall’ultima guerra ad oggi i periodi più bui della nostra storia, sopportare ancora tanta atrocità dell’uomo verso altri uomini? Il mio animo trabocca di orrore, gli occhi cominciano a bruciare perché non c’è più nemmeno una lacrima, il petto è sul punto di scoppiare perché il cuore non sopporta più tanta ferocia. Può, mi chiedo ancora, una persona come me che ha vissuto sempre nella speranza in una redenzione dell’umanità, sentirsi cittadino di questo mondo meschino? Non sono bastate le tante ferocie nelle guerre passate per portare l’umanità verso una pace universale finalmente sicura e predominante. No, proprio non mi sento un membro di questa umanità se ancora posso definirla tale, questo è un mondo che non riconosco più e del quale non intendo in nessun modo fare più parte perché è angusto, oscuro e disumano.



Giuseppe Jovino

Quinto (Treviso)



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Caro lettore, il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia, è la lezione più importante che la storia ci offre. Dobbiamo purtroppo rassegnarci al fatto che a una tragedia, perpetrata e voluta dall'uomo, ne potrà sempre seguire una peggiore: ogni guerra, del resto, è sempre più tragica e devastante di quella che l'ha preceduta. Nondimeno il suo sconforto, di fronte a quanto accade, è comprensibile e profondamente umano. Ma mi permetto di invitarla a ripensare alla sua decisione di "dimettersi" dall'umanità. Se lo facesse darebbe solo ragione ai profeti islamici del terrore, che proprio a questo puntano: annullare chi non la pensa come loro, cancellare chi non è disposto ad accettare la crudeltà e la violenza estreme come compagne e regole di vita. Non so se si possa credere al genere umano, ma sono convinto che si debba combattere, ciascuno nel proprio ruolo e per la propria parte, per non consegnare il mondo ai califfi mercanti di morte. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino