I politici ladri non possono essere un alibi per gli evasori fiscali

I politici ladri non possono essere un alibi per gli evasori fiscali
Caro direttore, i conti pubblici sono in profondo rosso nonostante gli spot di taglio della spesa pubblica. Intanto vengono applicate nuove tasse, ticket vari e tagli ai servizi....

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Caro direttore,

i conti pubblici sono in profondo rosso nonostante gli spot di taglio della spesa pubblica. Intanto vengono applicate nuove tasse, ticket vari e tagli ai servizi. Il prezzo del petrolio è calato di un terzo, ma non è calato in tal misura il prezzo della benzina e del gasolio, anzi col nuovo anno dovrebbero aumentare le accise. Evviva! Una delle voci preponderanti del buco del nostro Paese è l'evasione fiscale. Da anni si predica “lotta all'evasione”! Giusta tale lotta, ma... quando l’evasione sarà debellata? Lei, signor direttore, si meraviglia che ci siano gli evasori quando ci troviamo di fronte al così detto “mondo di ladri”? Ogni giorno un nuovo scandalo di ruberie, tangenti e mazzette? L'unico interrogativo che possiamo porci è se è più ladro chi ruba con la mano destra o con la sinistra o tutte e due assieme. Sta di fatto che il ladro è ladro.




Celeste Balcon

Belluno





Caro lettore, non solo chi ruba con la mano destra o con quella sinistra è sempre e comunque un ladro. Ma è un ladro patentato, senza scusanti né attenuanti, anche chi ruba per il partito o per la propria corrente e non solo per sé. So che qualcuno non la pensa in questo modo e ritiene più spregevole chi arraffa denaro pubblico spendendolo in lussi e libagioni di chi, invece, ruba a beneficio della causa.



Nella realtà non è affatto così. Anzi, oserei dire che, per certi aspetti, chi ruba per il partito compie, sul piano democratico, un reato persino più grave. Costui infatti si appropria di denaro pubblico, vale a dire di tutta la collettività, destinandolo a una parte politica, cioè a un settore che gode del consenso solo di un settore, piccolo o grande che sia non importa, del corpo elettorale. Oltre il danno quindi c'è anche la beffa: quella del cittadino che non solo assiste alla sparizione di soldi pubblici, e quindi in parte anche suoi, ma li vede finire nelle casse di una parte politica per cui lui, magari, non simpatizza affatto o combatte con tutte le sue forze.



Ma se arraffare per il partito non può essere in alcun modo un pretesto per sminuire le responsabilità di nessuno, allo stesso modo le tangenti non possono neppure essere considerate una "giustificazione" per gli evasori fiscali. Sentirsi in diritto di rubare perché anche gli altri, seppur in diverso modo, rubano, è un alibi mediocre e meschino per le proprie malefatte. E non fa altro che affollare il nostro "mondo di ladri". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino