La lealtà invocata da Zingaretti può non bastare all'unità della maggioranza

La lealtà invocata da Zingaretti può non bastare all'unità della maggioranza
Caro Direttore, Zingaretti, in una intervista, ha detto: Pretendo un Governo più leale. E noi? Enzo Fuso Lendinara (Ro)...

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Caro Direttore,
Zingaretti, in una intervista, ha detto: Pretendo un Governo più leale. E noi?


Enzo Fuso
Lendinara (Ro)


Caro lettore,

noi ancora più di Zingaretti visto che il prezzo delle slealtà, dei conflitti e delle fughe in avanti lo paghiamo poi come cittadini e contribuenti. È sempre preoccupante quando la politica si appella alla lealtà, una categoria che, come la coerenza, da quelle parti ha da sempre un significato assai liquido e mutevole. Zingaretti e altri come lui si ricorderanno bene le parole di Matteo Renzi rivolte a Enrico Letta: Enrico sbaglia a non fidarsi di me: io sono leale. Sappiamo tutti com'è andata a finire. In realtà i problemi della coalizione di governo sono altri e non basterà certo la lealtà dei comportamenti a comporli e risolverli. Come ha giustamente scritto ieri su queste colonne Giovanni Diamanti, al governo manca un leader, una figura cioè che si imponga sulle altre e abbia l'autorità e l'autorevolezza per far sintesi delle diverse posizioni e sensibilità. Non lo è Conte, che è al massimo un abile mediatore. Aspirerebbe ad esserlo Renzi ma il suo peso politico è troppo marginale. Non lo sono Zingaretti e Di Maio che hanno già parecchie difficoltà a esercitare e affermare un ruolo di efficace leadership dentro i loro partiti. E questo è l'altro aspetto del problema. La litigiosità dentro il governo è anche una conseguenza diretta delle difficoltà interne delle due forze principali che lo compiangono. Il Pd ha appena subito una scissione, anzi sta vivendo una scissione in corso visto che alcuni suoi esponenti sono ancora incerti se restare nel partito o passare con Renzi. M5s è in crisi di identità e percorso da forti tensioni e personalismi a non riuscire nemmeno a nominare il nuovo capogruppo alla Camera. Due forze politiche così tormentate al loro interno ben difficilmente riusciranno a gestire in armonia l'attività di governo, soprattutto in una fase così complessa come quella attuale. Infatti il Conte bis si è subito distinto per il suo elevato tasso di conflittualità. E difficilmente basterà la lealtà, vera o presunta, invocata da Zingaretti a far trovare a breve un'unità di intenti alla maggioranza. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino