Venezia chiede meno parole meno petizioni e più fatti

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Caro direttore,

scrivo in riferimento alla denuncia ricevuta da Adriano Celentano sulla questione Grandi Navi. Ma la città di Venezia non fa parte del patrimonio dell'umanità? Quindi qualsiasi cittadino del mondo può dire la sua per salvaguardare questo bene. Il sindaco Luigi Brugnaro non può tappare la bocca a chi prende le difese della nostra città. A questo punto mi rivolgo ai capitani delle grandi navi e alla loro coscienza, perchè un giorno non debbano vedere lo spettro di questa unica Venezia. Il testo di una canzone recita così: «Venezia rassomiglia a una sposa vestita di merletti di Murano...». Ora questa povera sposa inerte subisce la violenza di chi trae solo profitti.



Maria Garlato



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Cara lettrice,

certo che Adriano Celentano come qualsiasi altro cittadino del mondo può dire la sua su Venezia, sul suo presente e il suo futuro. Sarebbe però auspicabile che questi cittadini del mondo, soprattutto se ricchi, famosi e culturalmente impegnati, parlassero di Venezia con un minimo di cognizione di causa. E pensassero alla laguna non come a un loro personale parco giochi, seppur di alto lignaggio e adeguato livello culturale, ma innanzitutto come a una città viva e vissuta, cioè come a una comunità di cittadini. Ciò vale per le Grandi Navi come per altri temi. Usare Venezia per far notizia e guadagnarsi qualche titolo sui giornali è diventato un giochetto francamente insopportabile. A tutti questi sottoscrittori di petizioni a favore di Venezia (ma quale?) sarebbe utile chiedere meno parole, meno firme e più fatti. E, in qualche caso, anche più rispetto per i cittadini di Venezia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino