Ma perché anche un notizia positiva deve essere macchiata da sospetti, accuse e ironie gratuite?

Ma perché anche un notizia positiva deve essere macchiata da sospetti, accuse e ironie gratuite?
Egregio Direttore, riguardo la vicenda del suo collega di cui lei ha pubblicato la lettera che si è sperticato in lodi ai sanitari che lo hanno curato, facendo lui il leone...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Egregio Direttore,
riguardo la vicenda del suo collega di cui lei ha pubblicato la lettera che si è sperticato in lodi ai sanitari che lo hanno curato, facendo lui il leone da tastiera contro chi invece ha avuto esperienze ben diverse, mi permetto di dubitare su quanto da lei scritto a commento della lettera stessa. Che sia stato trattato come tutti nell'immediata emergenza è credibile, lo è meno una volta che è stato riconosciuto. Lei può dire ciò che vuole ma appena si è saputo che quel paziente era un giornalista stia tranquillo, è scattata subito la modalità compiacente. Nulla di vergognoso ovviamente, ma essere potenzialmente "pericolosi" aiuta nelle relazioni. Potrei raccontarle alcuni episodi di persone, tra le quali mia madre, trattate molto diversamente rispetto al suo anonimo collega, anonimo per noi non certo per i sanitari che l'hanno avuto in cura.


Bruno Sandrin


Caro lettore,


lei può naturalmente dubitare o anche non credere a ciò che ho scritto. Avevo messo nel conto che ciò potesse accadere nel momento in cui ho deciso di pubblicare quella lettera e quando ho voluto precisare, per dovere di trasparenza, che chi l'aveva inviata era un nostro giornalista. La sua lettera quindi non mi sorprende né crea particolare disturbo: anche ricevere critiche e contestazioni fa parte del rapporto che lega un giornale con i suoi lettori. Amareggia piuttosto il fatto che lei si senta in diritto, a priori e senza alcun elemento di riscontro, di insolentire il personale sanitario, infermieri e medici, e di parlare di "modalità compiacente", quasi fossero marionette e non seri professionisti. Anche l'ironia sul nostro collega, autore di quella lettera, tuttora ricoverato e impegnato in un lungo percorso di guarigione, non mi è sembrata una scelta particolarmente felice. Vede, se sua mamma, come lei scrive, non ha ricevuto in ospedale cure adeguate me ne dispiace e siamo pronti a raccontare su queste pagine la vostra negativa esperienza. Ma mi permetta di dirle che non è spargendo inutilmente fiele e distribuendo patenti gratuite di scarsa professionalità a medici e infermieri che la nostra sanità migliorerà. E credo non migliorerà neppure il suo umore e il suo atteggiamento verso il mondo. Abbiamo raccontato la storia di una persona che, arrivato in ospedale in gravissime condizioni, è stato salvato e poi curato. È accaduto non perché quel paziente era giornalista e quindi, come lei scrive, in quanto tale "potenzialmente pericoloso". Ma perché bravi medici e infermieri hanno prontamente individuato l'origine e la gravità dei suoi dolori, lo hanno sottoposto a un lungo e difficile intervento e gli hanno salvato la vita. È un fatto positivo. Per tutti. Che necessità c'è di macchiarlo con astio e accuse gratuite? Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino