La scelta della Moratti e gli schieramenti fluidi. Eviti però di presentarsi come salvatrice della patria

La scelta della Moratti e gli schieramenti fluidi. Eviti però di presentarsi come salvatrice della patria
Caro Direttore, vi è ancora un gran discutere su Letizia Moratti, candidata alla Regione Lombardia. Senza entrare nell'opportunità della sua candidatura nel...

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Caro Direttore,
vi è ancora un gran discutere su Letizia Moratti, candidata alla Regione Lombardia. Senza entrare nell'opportunità della sua candidatura nel cosidetto centrosinistra, appare alquanto ridicolo domandarsi se lei è di destra, centro-destra, centro sinistra, sinistra- sinistra- centro... e via dicendo. Come fosse indispensabile per comprendere la sua personalità politica, o di altra scelta culturale. Pertanto ha fatto bene la ex-assessore regionale ad enunciare quello che intende fare senza sentire il bisogno di particolari etichette politiche. Vale per ognuno ed anche per il presente governo. La storia di una persona ha senz'altro importanza, ma bisogna guardare soprattutto alla sua conclusione. Se risulta essere centrale agli interessi del Paese, o della Nazione.


Luigi Floriani
Conegliano


Caro lettore,


Letizia Moratti dopo essere stata, in varie stagioni della vita politica italiana, sindaco di Milano, ministro e presidente della Rai, non ha certo bisogno di un esame del sangue per candidarsi alla presidenza della Regione Lombardia di cui è stata peraltro già assessore e vice presidente. La sua discesa in campo è una evidente dimostrazione di come categorie come destra, sinistra e centro abbiano perso gran parte del loro valore originario e di come la politica, non diversamente dalla società, sia diventata fluida. Per questo le polemiche da parte degli altri schieramenti intorno alla sua candidatura per il Terzo Polo appaiono legittime ma anche parecchio strumentali e dettate soprattutto da timori elettorali. Letizia Moratti deve però sfuggire alla tentazione di presentarsi come la salvatrice della patria e di ritenersi al sopra di ogni critica. Ha fatto la vice presidente della regione Lombardia in una giunta di centrodestra e ora si presenta alle elezioni contro quello che in tutto questo tempo è stato il suo presidente e la sua coalizione politica. Non mi pare così strano che Lega e compagni non l'abbiano presa bene e neppure che il Pd, che l'ha avuta come controparte negli ultimi due anni, abbia deciso di opporle un suo candidato per la guida della Regione. Fa parte del gioco e della logica delle cose. Come sempre saranno gli elettori a valutare e decidere. E di fronte ai numeri le polemiche di oggi conteranno meno di zero.
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Il Gazzettino