​Legge elettorale, un patto che fa perdere i cittadini

Legge elettorale, un patto che fa perdere i cittadini
Caro Direttore, La convergenza tra Pd, M5s, Fi e Lega sulla cosiddetta legge elettorale alla tedesca senza esserlo, la definirei più un partita a carte tra bari che un...

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Caro Direttore,
La convergenza tra Pd, M5s, Fi e Lega sulla cosiddetta legge elettorale alla tedesca senza esserlo, la definirei più un partita a carte tra bari che un accordo tra gentiluomini. Ognuno impegnato a ricavarne il massimo tornaconto, misto a vendette personali con l'introduzione dello sbarramento al 5% per scrollarsi di dosso quanti hanno disubbidito al leader di riferimento. 


Se la nuova legge elettorale condivisa verrà promulgata così com'è, non essendo previsto un vincitore dato l'equilibrio tra gli schieramenti, quello col miglior bottino condurrà le danze coi concorrenti per formare il nuovo esecutivo. La prospettiva apre a varie combinazioni, dove prevarranno i giochi di Palazzo mai nunzi di buone nuove. Tuttavia, merita ricordare che il sistema tedesco originale prevede le alleanze dichiarate prima del voto per escludere inciuci, ossia l'opposto di quello che dovremo assistere noi a scrutinio compiuto. Nel 1991 un referendum con oltre il 95% di voti favorevoli fece approvare il sistema maggioritario per ottenere governi di legislatura stabili, oggi la retromarcia per riportare il paese al punto di partenza. Un regresso denso di incognite e un sicuro perdente: Silvio Berlusconi per essersi ancora una volta fidato di Renzi. 

Renzo Nalon 

Caro lettore, 
innanzitutto vediamo se il patto tra i grandi partiti regge e se davvero la riforma elettorale alla tedesca diventerà una realtà.  Se così fosse credo che i primi perdenti sarebbero comunque i cittadini-elettori. Il cervellotico (e assai poco tedesco) meccanismo di voto escogitato dagli estensori di questa riforma consegna infatti quasi interamente alle forze politiche la scelta di chi siederà alla Camera e al Senato.  Come ha detto il politologo Paolo Feltrin avremo un Parlamento di super-nominati. Non mi pare un grande risultato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino