L'educazione? Rispetto delle persone prima ancora che delle regole

L'educazione? Rispetto delle persone prima ancora che delle regole
Caro Direttore,  sono stato testimone di un episodio che mi ha fatto riflettere sul linguaggio odierno. Una mamma vedendo la sua bambina piangere per una caduta si è...

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Caro Direttore, 
sono stato testimone di un episodio che mi ha fatto riflettere sul linguaggio odierno. Una mamma vedendo la sua bambina piangere per una caduta si è rivolta ai passanti che osservavano la scena spiegando che la piccola non si era fatta nulla ma piangeva solo per la figura di m…... Un’espressione poco appropriata a mio avviso che però credo si collochi in un nuovo modo di comunicare che contraddistingue i nostri giorni. Ricordo i tempi della mia giovinezza e rammento che le parole volgari erano quasi sempre una indicazione di appartenenza ad una classe sociale povera e poco istruita mentre oggi sono spesso l’intercalare normale. Anche la tv ha dato il suo contributo a questo imbarbarimento del linguaggio che penso sia indice anche di una violenza che da verbale spesso si trasforma in fisica. Ma l’educazione che fine ha fatto?


Maurizio Conti
Portogruaro

Caro lettore,

i confini delle buone maniere sono sempre più incerti e soggettivi e l'educazione è diventata una fatica quotidiana a cui spesso molti genitori, purtroppo, preferiscono sottrarsi o delegarla ad altri. Questo accade anche perchè tanti padri e madri, in maniera non molto diversa, sono più preoccupati di farsi accettare e di farsi amare dai propri figli, che di educarli. Per questa ragione tendono ad emularne i comportamenti e i linguaggi nell'illusione che ciò contribuisca ad abbattere le barriere generazionali e ad avvicinarli così maggiormente ai loro pargoli. Un atteggiamento che condiziona il percorso educativo, e quindi anche la trasmissione di valori e buone maniere, perchè tende ad escludere il conflitto e ad allineare gli stili di vita su quelli delle giovani generazioni. La mamma che lei ha incontrato e che si è sentita di dovere di giustificare in quel modo il pianto della sua bambina, è insieme figlia e interprete di questa cultura che ha contribuito ad accrescere, senza particolari distinzioni di censo, il tasso di volgarità nella vita quotidiana. E devo dire che dell'episodio che lei ha citato, non sorprende tanto l'uso della parolaccia, quanto la malagrazia e la scarsa sensibilità (anche nei confronti della bambina) che è riuscita ad esprimere quella donna. Evidentemente ignara del fatto che l'educazione, prima ancora che rispetto delle regole, è rispetto delle persone. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino