Chiediamoci se il referendum sull’Italicum è una priorità

Chiediamoci se il referendum sull’Italicum è una priorità
Gentile direttore, così Matteo Renzi è riuscito a colpi di voti di fiducia, a trasformare in legge della Repubblica italiana...

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Gentile direttore,

così Matteo Renzi è riuscito a colpi di voti di fiducia, a trasformare in legge della Repubblica italiana l'Italicum, fotocopia mal riuscita del famigerato Porcellum, considerato incostituzionale. In un'Italia che consideriamo ancora un paese democratico e che pensiamo, come ci hanno sempre insegnato, che democrazia vuol dire governo di popolo, chiediamo di poter dire anche noi, la nostra opinione in merito. Con l'Italicum, oltre ad avere la maggioranza dei Deputati nominati dai capipartito avremmo anche il premio di maggioranza. Forse copiato dalla famosa legge truffa del 1953 di democristiana memoria. Quella non passò a furor di popolo. Così ora sarebbe giusto, che il popolo Italiano, fosse consultato su questa legge con un referendum. Anche perchè questa legge elettorale è stata votata da una Camera di non eletti ma nominati.... dal presidente in giù. La Costituzione lo permette.



Adamo Gasparotto

Spinea (Venezia)



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Caro lettore,


non esiste la legge elettorale perfetta e l'Italicum non mi sembra quella sciagura che molti dipingono. O almeno: non è certamente meno efficace e democratica di altre proposte di riforma presentate. Conosco le critiche che si muovono all'Italicum. Ma il premio di maggioranza è uno strumento utilizzato in molte altre democrazie per garantire stabilità di governo e forse val la pena anche di ricordare che la cosiddetta "legge truffa" (etichetta ideata dalla tambureggiante propaganda del Pci) nel 1953 fu approvata dal Parlamento e firmata dal presidente della Repubblica che allora era Luigi Einaudi: un uomo che, per la sua storia, riesce difficile immaginare come un nemico delle libertà costituzionali e dei principi democratici. Quanto alle preferenze, è pur vero che l'Italicum prevede i capilista bloccati (scelta che desta perplessità) ma reintroduce le preferenze per gli altri candidati: rispetto alla situazione attuale è un sicuro passo avanti. Quanto alla proposta di fare un referendum, se ciò è possibile e ci sono le firme necessarie, nulla osta. Magari prima chiediamoci se questa sia davvero oggi la priorità del nostro Paese. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino