C'è voglia di un uomo che sappia comandare, ascoltando il popolo

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Gentile Direttore,  ormai in Italia, siamo arrivati al limite della sopportazione per come viene gestita la nostra sicurezza. Oltre alla politica e alla giustizia. Ormai la...

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Gentile Direttore, 
ormai in Italia, siamo arrivati al limite della sopportazione per come viene gestita la nostra sicurezza. Oltre alla politica e alla giustizia. Ormai la gente è al limite della pazienza. Così siamo arrivati a quello che in uno stato libero, civile e democratico non si dovrebbe mai nemmeno pensare. Cioè ormai sono in molti che evocano l'uomo forte. Uomo forte che quelli di una certa età (come il sottoscritto) sanno dove ci porterebbe. Di duci e ducetti non ne vogliamo più sapere. Uno stato democratico, con una Costituzione nata dalla resistenza al nazi-fascismo, ha abbastanza forza per vivere liberamente in sicurezza. Se ci sono trattati europei che ci penalizzano, si possono sospendere. Il primo provvedimento da prendere è sospendere il trattato di Schengen fintantoché ogni paese si tenga a casa propria i suoi delinquenti. Che noi in Italia di nostri ne abbiamo già abbastanza.


Adamo Gasparotto
Spinea (Ve)



Caro lettore,

forse mi sbaglio, ma sono convinto che gli italiani, anche per la loro storia, siano vaccinati nei confronti di derive autoritarie e tentazioni neo-plebiscitarie. Dietro la suggestione dell' uomo forte che attraversa il Paese, o vasti settori di esso, non ci sono nostalgie post-fasciste e neppure velleità neo-peroniste. C'è piuttosto una domanda di leadership che è largamente insoddisfatta. E che rappresenta il vero problema del Paese. Come è stato giustamente notato, l'Italia, da Nord a Sud, non chiede autoritarismo ma soprattutto autorità e autorevolezza. Non c'è voglia di uomo solo al comando, ma di un uomo o di più uomini che sappiano comandare, cioè scegliere, decidere e gestire ascoltando il popolo e rimanendo in sintonia con esso. L'errore, insieme fatale e clamoroso, di Renzi è stato proprio questo: aver confuso il potere con il comando e non essersi reso conto che la larga maggioranza del Paese reale non si riconosceva più nelle sue parole e nel suo racconto. È difficile oggi dire se e come Renzi potrà risalire la china o se emergeranno altre figure in grado di rispondere alla domanda di leadership che l'Italia esprime. Il quadro non è molto confortante. Ma non esistono alternative per contrastare il declino e garantire un ruolo all'Italia in un mondo in cui complessità e cambiamento sono diventate le parole chiave.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino