Dall'antifascismo ai Patti Lateranensi, anche nella condanna serve spirito critico

Dall'antifascismo ai Patti Lateranensi, anche nella condanna serve spirito critico
Gentile Direttore, mi spiega perché in Italia nel giro di poche settimane si può passare dalle parole del Capo dello Stato, che nel Giorno della Memoria ha...

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Gentile Direttore,
mi spiega perché in Italia nel giro di poche settimane si può passare dalle parole del Capo dello Stato, che nel Giorno della Memoria ha definitivamente bollato il fascismo come un regime che non ebbe alcun merito, e dagli slogan dei cortei contro il pericolo che il fascismo stesso ritorni, magari sotto mentite spoglie (a detta degli appassionati partecipanti, una delle più evidenti emergenze del Paese...), alle celebrazioni per l'anniversario dei Patti Lateranensi del '29? Con ampia rappresentanza di autorità politiche ed ecclesiastiche e tutto ciò senza che vi sia spazio per il minimo dubbio, non tanto, di volta in volta, riguardo al merito delle singole questioni, quanto piuttosto, più in generale, sull'efficacia della retorica con la quale si pretende di liquidarle? E che in realtà, quando le si metta in fila l'una dietro l'altra, non si dimostra nemmeno capace di evitare i cortocircuiti verbali, persino istituzionali, a cui siamo costantemente esposti? Insomma, il principale artefice nazionale del male assoluto rimane pur sempre anche l'uomo della Provvidenza, dal punto di vista dell'eternità?

Alessandro Pivato


Caro lettore,
penso si possa essere anti-fascisti (o anti-comunisti) senza rinunciare al bene dell'intelletto e alla capacità di discernere.
Liquidare il ventennio con giudizi aprioristici non serve a nulla, non serve sopratutto a conoscere e capire la nostra storia. Purtroppo temo che ancora a molti decenni di distanza non riusciamo ad accettare una realtà: che per molti anni il fascismo ha goduto tra gli italiani di un ampio consenso.
È una colpa storica che non siamo ancora riusciti a elaborare. A maggior ragione oggi la presenza o le gesta di qualche movimento nostalgico non ci devono privare del legittimo diritto-dovere a capire, ricordare, approfondire. Anche nella condanna e nel rifiuto ci vuole intelligenza e spirito critico. Portare le teste all'ammasso non è mai una buona soluzione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino