Odissea all'Inps per i contributi già versati nel 2008. Ancora una volta questa Italia ci lascia senza parole

Inps
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Caro direttore,
rinasca Omero che Odisseo c'è e il suo peregrinare nel groviglio dell'amministrazione pubblica non ha fine. A seguito di un accertamento da parte dell'Inps, nel lontano 2007, e dopo aver regolarizzato nel corso del 2008 la posizione come richiesto dall'ente stesso, con pagamento di quasi 20.000 euro, (ventimila) mica brustolini, oggi mia moglie (63 anni) si trova nella condizione di non sapere la sua posizione nei confronti dell'Inps. Né l'associazione di categoria (agricoltori) né un commercialista riescono a venire a capo di una situazione incredibile. L'Inps, pur dichiarando di vedere che la posizione è stata sanata, dice che non è stata messa a ruolo e che sarà tutto regolarizzato in breve tempo. «Adesso provvediamo e la chiamiamo». Passano inutilmente i giorni e i mesi, non chiama nessuno. Chiamiamo noi e dopo uno, due, tre incontri a vuoto, nuovo appuntamento: «È tutto a posto, ma bisogna andare a Padova, le fissiamo noi l'appuntamento». Si va a Padova all'appuntamento. «Sì la stavo aspettando, però io non so niente, mi hanno detto che doveva arrivare, ma non conosco la pratica. Mi dia il tempo di verificare e la richiamo». Viaggio e tempo perso a vuoto per l'ennesima volta.



Salto un bel po' di «ci siamo, ormai è questione di qualche giorno, finalmente abbiamo capito» ...ecc., passano i mesi e, all'ultimo appuntamento, sempre a Padova, 80km mezza giornata persa con commercialista al seguito, un signore, poco più che un ragazzino, che cadeva dalle nuvole, dopo aver consultato mezzo palazzo dice testuali parole: «La cosa è definita, ora è nella prassi (ahimè) che entro 15 giorni verrà chiamata per recarsi all'ufficio delle entrate dove le verrà rilasciato un cedolino che ci dovrà recapitare e quindi tutto si regolarizzerà». Un film? No, una triste realtà.

Diego Parolo
Carceri (Padova)


Caro lettore,


qualche volta accade che, anche in una rubrica come questa, le parole siano inutili. Questo è proprio uno di quei casi. Perché la sua piccola ma istruttiva storia spiega, con plastica efficacia e senza bisogno di troppi commenti, perché il nostro Paese, nonostante tutte le sue innumerevoli qualità e capacità, continua a viaggiare con il freno a mano tirato e perché i suoi abitanti hanno sempre la sensazione di essere più sudditi che cittadini. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino