Non c'è spazio per ambiguità nella politica estera anche per togliere armi di propaganda agli avversari

Non c'è spazio per ambiguità nella politica estera anche per togliere armi di propaganda agli avversari
Caro direttore, esiste il problema delle ingerenze russe nelle tornate elettorali dei Paesi europei più ostili al criminale guerrafondaio Putin? È una domanda alla...

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Caro direttore,
esiste il problema delle ingerenze russe nelle tornate elettorali dei Paesi europei più ostili al criminale guerrafondaio Putin? È una domanda alla quale occorre dare urgentemente una risposta perché gli indizi fanno sorgere il dubbio che non si tratti di coincidenze ma di un aspetto importante della guerra che Mosca sta conducendo contro il mondo democratico. In Francia Macron è uscito indebolito dalle ultime votazioni che hanno visto un notevole successo della destra lepenista. In Gran Bretagna il premier Johnson è stato costretto a dimettersi. In Italia è caduto il governo Draghi. Il pentastellato Giuseppe Conte aveva sempre insistito perché non fossero inviate armi all'Ucraina e ha dato inizio alla crisi politica. Salvini pare abbia avuto, prima che la Lega sfiduciasse il governo di unità nazionale, contatti con diplomatici russi e noti sono i legami finanziari emersi in passato tra il Carroccio e l'autocrate del Cremlino. Berlusconi non ha mai rinnegato la sua amicizia con Putin. Sarebbe davvero opportuna una approfondita indagine degli organi che si occupano della sicurezza nazionale.


Mauro Cicero


Caro lettore,


era inevitabile che in un contesto come quello attuale, la politica estera entrasse con forza nella campagna elettorale. La strategia imperiale di Putin e l'invasione dell'Ucraina hanno modificato radicalmente gli equilibri internazionali, riproponendo, seppur in forma aggiornata e corretta, una divisione in blocchi del mondo. La collocazione atlantica dell'Italia e le sue alleanze sono diventati dunque temi caldi, su cui, come vediamo anche in questi giorni, si innesta anche la polemica politica pre-elettorale. Proprio per questo, soprattutto in una materia così delicata, è quantomai necessario provare a separare i fatti dalle indiscrezioni o dalle suggestioni. Ma anche pretendere chiarezza. Non c'è dubbio che sui rapporti con la Russia ci siano e ci siano stati in alcuni settori politici, di centrodestra e di centrosinistra, zone di ambiguità, reale o percepita come tale da una parte dell'opinione pubblica. Ad alcuni leader come Matteo Salvini andrebbe anche ricordato che non può esistere una diplomazia di partito, svincolata o parallela a quella del governo, soprattutto se il proprio partito è uno dei partner di peso della coalizione che sostiene il governo stesso. Non credo che per ottenere tutto questo servano indagini o inchieste dei servizi segreti. Sarebbero utili però parole chiare e comportamenti conseguenti da parte dei leader politici dei partiti e delle coalizioni. Per esempio: che spazio c'è nel centrodestra e nel centrosinistra per chi è contrario all'invio di nuove armi all'Ucraina? O per chi auspica la fine delle sanzioni? Che spazio c'è per chi mette in dubbio o in discussione l'appartenenza atlantica dell'Italia? Siamo in campagna elettorale risposte non evasive né ambigue su questi temi sarebbero non solo benvenute ma necessarie. Anche per togliere armi e argomenti di propaganda agli avversari. E per non fornire il destro a qualche potenza straniera di interferire nella nostra politica nazionale.
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Il Gazzettino