Con la guerra tutto cambia, anche il valore delle parole. Come dimostra la metamorfosi dell'ex premier Medvedev

Con la guerra tutto cambia, anche il valore delle parole. Come dimostra la metamorfosi dell'ex premier Medvedev
Egregio direttore, l'intellighenzia filo putiniana, in Italia, risulta ben radicata e variegata. Come si fa ad ignorare le tanti mistificazioni e bugie della efficiente...

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Egregio direttore,
l'intellighenzia filo putiniana, in Italia, risulta ben radicata e variegata. Come si fa ad ignorare le tanti mistificazioni e bugie della efficiente propaganda russa seguita all'invasione dell'Ucraina. Alcuni esempi: non esiste nessuna invasione o guerra, si tratta solamente di liberare le popolazioni filo russe, oggetto di genocidio da parte dei nazisti ucraini. I nostri missili colpiscono solo obiettivi militari: scuole, teatri, case, chiese e ospedali sono obiettivi colpiti dagli ucraini. Fosse comuni e morti torturati ed abbandonati per le strade sono inventati per infangare l'esercito russo. Quando i nostri soldati arrivano nei paesi ucraini vengono accolti con fiori e bandiere russe. La scuola di Goebbels è più che mai viva e continua ad avere ottimi allievi ma a tutto c'è un limite, o forse no!


Vittorio De Marchi
Albignasego (Pd)


Caro lettore,


no, non c'è un limite. Perchè la guerra cancella ogni limite e le stesse parole, quando il suono delle armi prevale su tutto, assumono spesso un significato diverso, se non opposto, da quello originale. Non è solo disinformazione, che c'è ed è utilizzata senza pudore, sono propri i codici della comunicazione ad essere stravolti dalle dinamiche del conflitto. Consideriamo ad esempio le violente e bellicose uscite recenti dell'ex premier russo Medvedev. Un politico noto, prima della guerra, per la sua sobrietà, anche nello stile di abbigliamento, per le sue posizioni più aperte, tendenzialmente liberali. Improvvisamente Medvedev si è trasformato nel più collerico tribuno anti-occidentale. Definisce europei e americani bastardi e imbranati; assicura che finchè vivo farò di tutto per farli sparire; etichetta in modo spregevole i premier tedesco, italiano francese ricorrendo ai più vetusti stereotipi gastronomici; giura che la Russia continuerà a lottare per un ordine mondiale che si adatti alla Russia, libero dai teppisti nazisti, dalle bugie storiche e dal genocidio; bolla le sanzioni come illegittime citando Cosa Nostra. Cos'è successo? Medvedev pensa davvero queste cose? Sono propenso a credere di no. O almeno non completamente. Più probabilmente sta preparando il suo futuro politico. In un sistema come quello russo lo spazio per le sfumature e i toni grigi è sempre più limitato, con questi attacchi anti-occidentali l'ex premier si sta candidando come leader credibile per il dopo Putin. Sbraita contro l'Occidente, ma parla innanzitutto ai russi. Cerca di far dimenticare il suo passato da moderato per accreditarsi come un capo politica credibile nella nuova fase che si aprirà dopo la guerra.
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Il Gazzettino