Le fragili bugie di Putin sull'efficacia delle sanzioni economiche e sulle ragioni della guerra

Le fragili bugie di Putin sull'efficacia delle sanzioni economiche e sulle ragioni della guerra
Egregio direttore, alla fine anche lo zar del Cremlino l'ha dovuto ammettere: le sanzioni economiche decise dall'Europa e dall'Occidente ci danneggiano. Vorrei sapere...

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Egregio direttore,
alla fine anche lo zar del Cremlino l'ha dovuto ammettere: le sanzioni economiche decise dall'Europa e dall'Occidente ci danneggiano. Vorrei sapere cosa replicano i critici filo-putiani e coloro che in tutti questi mesi hanno sostenuto che non servivavno a nulla e che anzi la Russia era economicamente più forte di prima.


Luigi De Santis
Padova


Caro lettore,


in molti in questo anno e passa di guerra hanno voluto spiegarci che le sanzioni economiche contro la Russia erano inutili e inefficaci e che Putin era stato "costretto" a invadere l'Ucraina dalle crescenti mire espansionistiche della Nato. Naturalmente coloro che sostenevano e sostengono queste posizioni ci accusavano anche (tanto per cambiare) di esseri schiavi del pensiero unico e di fornire ai nostri lettori un racconto unilaterale e partigiano del conflitto ucraino. Ebbene in questi giorni sulla guerra in Ucraina ed in particolare su questi due temi abbiamo saputo un paio di cose piuttosto interessanti. La prima ce l'ha rivelata lo stesso Putin che, dopo aver ripetutamente negato ogni segnale di indebolimento dell'economia russa, ha ammesso che in realtà le sanzioni dell'Occidente pesano e danneggeranno il suo Paese seppur "a medio termine". Del resto sarebbe impossibile il contrario: il ministro delle Finanze russo nei giorni scorsi ha comunicato che le esportazioni di gas, elemento vitale per il sistema russo, sono calate nell'ultimo anno del 46% e gli introiti da vendite di petrolio del 60%. La ragione e' intuibile: i nuovi mercati di sbocco trovati da Mosca, soprattutto Cina e India, non riescono a compensare la chiusura dei rubinetti energetici europei, che prima della guerra erano di gran lunga il partner più importante di Mosca. A ciò si aggiunge la crescente indisponibilità di alcuni prodotti chiave, prima fra tutti i semi conduttori. L'altra notizia invece arriva dalla Gran Bretagna: documenti provano che l'invasione dell'Ucraina fosse stata programmata da tempo dal Cremlino e con grande dispendio di mezzi e risorse. Il Cremlino aveva infiltrato decine di suoi uomini negli apparati e nella società ucraina per preparare il terreno all'attacco, per capire la capacità di risposta militare di Kiev e il grado di consenso che un'invasione russa avrebbe raccolto nella popolazione locale. Altro che "operazione speciale", altro che "liberazione" del Donbass. Il disegno era ed è l'annessione politica dell'Ucraina, la trasformazione di quel paese in un satellite della Russia. Purtroppo, anzi per fortuna, Putin ha fatto male alcuni conti. E quella che nella sua strategia doveva essere una guerra-lampo sta diventando un conflitto dai contorni sempre più complessi.
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Il Gazzettino