La deriva illiberale e autoritaria di Beppe Grillo

La deriva illiberale e autoritaria di Beppe Grillo
Egregio Direttore, se una certa simpatia e condivisione poteva coinvolgermi verso chi tenta di demolire pesanti momenti di questa politica, ieri sono rimasto esterrefatto da nuove...

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Egregio Direttore,
se una certa simpatia e condivisione poteva coinvolgermi verso chi tenta di demolire pesanti momenti di questa politica, ieri sono rimasto esterrefatto da nuove elucubrazioni grilline verso l'informazione. Non è detto che tutto ciò che si scrive e che altri mass media rappresentano siano condivisibili, ma non si può altrettanto dire che il tutto vada verificato e sottoposto al giudizio di un Tribunale. Dicevano i latini che in medio stat virtus, ma oggi la virtus mi sembra un concetto antico di fronte a cotante, e non indifferenti, esternazioni. Oggi ogni confronto è acido e alterato da una recrudescenza, da parte di alcuni, politici e non, che invita a pensare al peggio, al ritorno a stili che di democratico non conservano nulla e che, per contro, attingono a pensieri che la storia ci ha consegnato, con le conseguenze che conosciamo, e di cui non siamo capaci di farne tesoro.


Allora, per tornare a queste nuove e preoccupanti esternazioni, che odorano di epurazioni e lager, mi chiedo se e cosa i cittadini ne pensano, mi chiedo perché non salgono grida indignate a difesa di libertà che dalla guerra i nostri vecchi ci hanno regalato e di cui non riusciamo (mi auguro proprio che non sia così) a farne tesoro... Grazie a Mario Ajello che ha scritto un bellissimo articolo su purghe e giurie popolari dove il valore del blog assume una dimensione oggi impossibile da condividere. Fortunatamente possiamo ancora scrivere sui giornali e parlare e decidere con il libero voto. Un sincero e convinto sostegno a tutti coloro che svolgono il difficile lavoro di informare. Se non si condivide resta ancora il confronto, civilmente inteso.

Luciano Vedorin
Mogliano Veneto (Tv)


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Caro lettore,
confessione per confessione le dirò che sono sempre abbastanza cauto nel parlare di derive autoritarie o di far paragoni con atteggiamenti e parole d'ordine che rimandino al Ventennio fascista. Tuttavia alcune recenti uscite del garante del Movimento 5 Stelle, ossia Beppe Grillo, non possono essere archiviate come semplici battute o come intemperanze dialettiche. Qua siamo di fronte a qualcosa di più serio e preoccupante. 
Il dietrofront sull'avviso di garanzia e la proposta di un tribunale popolare per giornale e giornalisti sono una prova evidente dell'inadeguata cultura democratica dell'ex comico e del prevalere nella sua strategia politica di una concezione autoritaria, finora più o meno mascherata da parole d'ordine genericamente anti-sistema.

Non metto in dubbio la buona fede e il sincero impegno di tanti militanti pentastellati, ma è evidente la deriva illiberale del loro leader, sempre più intollerante nei confronti di chiunque la pensi diversamente. La nostra è una democrazia fragile e inefficiente in cui una classe politica spesso inadeguata e non raramente corrotta ha sperperato risorse e opportunità. Ma l'alternativa a tutto ciò non può essere rappresenta dai nostalgici delle purghe e dei tribunali speciali. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino