Green Pass, la libertà di ciastucno e quella di tutti: forse è bene combattere per il bene collettivo

Green Pass, la libertà di ciastucno e quella di tutti: forse è bene combattere per il bene collettivo
Egregio direttore, pur con la stima che ho per lei, devo dirle, e non me ne voglia, che per me è l'obbligo di green pass sarebbe una violazione inaccettabile della...

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Egregio direttore,
pur con la stima che ho per lei, devo dirle, e non me ne voglia, che per me è l'obbligo di green pass sarebbe una violazione inaccettabile della libertà. E lo dico da cittadino che si è vaccinato ma che ha anche a cuore i valori della nostra comunità.


Enzo Fontanin
 

Caro lettore,
mi rendo perfettamente conto che imporre l'obbligo del green pass per accedere ai luoghi pubblici possa apparire a qualcuno un'imposizione e anche una violazione delle libertà personali. Tuttavia credo che la questione vada affrontata in modo diverso. Da un duplice punto di vista. Il primo riguarda l'aspetto per così dire ideologico della questione, l'altro la sua applicazione pratica. Sul primo punto si tratta di capire se le libertà individuali debbano avere sempre e comunque la preminenza sulle libertà e il bene collettivi.

Mi spiego: è giusto e accettabile che in un Paese decine di milioni di persone debbano subire restrizioni e divieti perché alcune centinaia di migliaia ritengono di non dover accettare una certa norma o, nel nostro caso, sottoporsi a una vaccinazione? Detto in altro modo: è più libero e democratico un Paese dove la gente può liberamente circolare e praticare (quasi) ogni tipo di attività mostrando un certificato, o un paese in cui, per rispettare la libera scelta di una minoranza, tutti siano costretti a sottostare a restrizioni e rinunciare alla possibilità di scegliere cosa fare e dove andare? Dalla risposta a questa prima domanda derivano anche le risposte alla seconda questione. Perché se si ritiene che, in ogni caso e situazione, il proprio libero arbitrio o anche solo i propri dubbi debbano prevalere; che l'Io vada sempre anteposto al Noi, allora non c'è spazio per nessuna discussione.

Per chi la pensa così il green pass è inaccettabile, sempre e comunque. Se al contrario contempliamo la possibilità che la nostra libera scelta non debba necessariamente essere imposta come criterio vincolante per tutti o accettiamo il principio che l'esercizio di una libertà possa avere, in determinate situazioni, un prezzo nel momento in cui viola o insidia libertà degli altri, allora il discorso cambia. In questo caso possiamo discutere di green pass, delle modalità con cui applicarlo, di non imporlo, per esempio, nei ristoranti e nei bar ma certamente per altri luoghi pubblici come gli stadi o i pubblici ritrovi. Basta capirsi: vogliamo esercitarci in una battaglia di principio o combattere insieme una battaglia per il bene e la salute di tutti?

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Il Gazzettino