L'addio di Grasso, il caos Visco e un interrogativo: l'esperienza del Pd è giunta al capolinea?

L'addio di Grasso, il caos Visco e un interrogativo: l'esperienza del Pd è giunta al capolinea?
Caro direttore, ma il presidente del Senato non dovrebbe essere una figura al di sopra delle parti? Scopriamo invece che Pietro Grasso considera una «violenza...

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Caro direttore,
ma il presidente del Senato non dovrebbe essere una figura al di sopra delle parti? Scopriamo invece che Pietro Grasso considera una «violenza istituzionale» la riforma elettorale e per questo se ne va anche dal Partito Democratico. Io non sapevo neppure che ne fosse iscritto, ma non importa: colpa mia. Certo che ormai non ci si sorprende più di nulla. Nei palazzi della politica accadono cose incomprensibili per noi umani. A cui al massimo è concesso di votare. Finché non ci passa la voglia di farlo.


Sandro Bassin
Treviso


Caro lettore,

anche il presidente del Senato è un cittadino con libertà di parola e di scelta. Sarebbe stato un errore se nel corso della discussione sulla fiducia fosse venuto meno al suo ruolo di presidente al di sopra delle parti. Ma Pietro Grasso ha atteso il voto finale della legge sul nuovo sistema elettorale e solo dopo ha espresso il suo (negativo) punto di vista e annunciato l'uscita dal Pd. La mossa del presidente del Senato è giunta abbastanza inattesa, anche per gli stessi dirigenti del suo ex partito. Ma si inserisce nel processo di scomposizione e di caos creativo che caratterizza tutto lo schieramento di centro sinistra italiano in questa fase. Un processo in costante e turbolenta evoluzione, fatto di scissioni, abbandoni, riavvicinamenti, alleanze tentate e fallite, di cui non è semplice prevedere quali saranno gli esiti finali. Anche la vicenda della tormentata conferma di Visco alla guida della Banca d'Italia, voluta da Gentiloni ma osteggiata fino all'ultimo da Renzi, ne è una conferma. La sensazione è che stia per chiudersi una stagione, quella iniziata con la nascita del Pd, di cui nei giorni scorsi si sono celebrati i dieci anni di vita. Il partito che doveva essere il grande contenitore della sinistra, che doveva far sintesi delle diverse culture del fronte politico riformatore italiano, non sembra aver raggiunto gli obiettivi che si era prefisso e per i quali era nato. Non so se, come qualcuno profetizza, la stagione del Pd sia arrivata al capolinea. Per capire come e se cambieranno gli assetti della sinistra italiana bisognerà attendere le prossime elezioni politiche e i nuovi equilibri che da essere deriveranno. Ma fino ad allora le sorprese non mancheranno. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino