Il gasdotto, gli ulivi e i danni delle ideologie

Il gasdotto, gli ulivi e i danni delle ideologie
Caro direttore, ho ascoltato il sindaco di Melendugno (Lecce), Marco Potì, l'on. Nicola Fratoianni di sinistra italiana e il manager di TAP Michele Elia, per capire le...

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Caro direttore,
ho ascoltato il sindaco di Melendugno (Lecce), Marco Potì, l'on. Nicola Fratoianni di sinistra italiana e il manager di TAP Michele Elia, per capire le ragioni di chi non vuole il gasdotto che parte dall'Arzerbaigian e dopo migliaia di chilometri arriva in Puglia e di chi invece lo propugna e lo sta costruendo. La decisione dimostrata da molti cittadini di quel Comune e la presenza di forze dell' ordine in assetto di guerra, fanno pensare che la prosecuzione dei lavori non sarà semplice. Siamo alle solite: ogni volta che c'è da prendere una decisione su un'opera di carattere strategico, c'è un'opposizione dura, direi di carattere ideologico che cerca di impedire l'inizio o la prosecuzione dei lavori. Non so se si tratti solo dell' effetto NIMBY, certo è che in Italia è davvero difficile fare qualsiasi cosa di nuovo e di interesse nazionale.


Gino De Carli
Soranzen (Belluno)


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Caro lettore,
lo scontro sul gasdotto in Puglia è la dimostrazione di quanto la cultura del no possa essere ottusa e autolesionistica. Affrontando la questione senza paraocchi ideologici ed esasperazione localistiche, è infatti francamente difficile trovare una sola buona ragione per essere contrari alla cosiddetta Tap. Sul piano energetico questo gasdotto di 870 chilometri che parte dall'Azerbaijan e arriva in Salento passando sotto l'Adriatico, consentirà al nostro Paese (ed in particolare alle aree più vicine al suo sbocco) di potersi approvvigionare di gas a costi più competitivi rispetto agli attuali e con minori rischi geopolitici, visto che non transita nè in territorio ucraino nè in territorio russo.

Sul piano ecologico ci sono numerose sentenze di vario livello, dal Consiglio di Stato in giù, che escludono danni ambientali al territorio derivanti dalla realizzazione del gasdotto. Peraltro non è neppure chiaro quali conseguenze negative possa avere il Tap per il turismo locale visto che i tubi passano sotto la superficie del mare e proseguono poi sotto costa, mentre è certo che sia sul piano occupazione sia su quello del flusso di risorse, la Puglia avrà dal gasdotto vantaggi di grande rilevanza.


Quanto poi al tanto discusso abbattimento di ulivi (2.200 secondo i no-Tap, assai meno secondo gli estensori del progetto), non solo tutte le piante verranno indennizzate, ma in massima parte verranno anche ripiantumate. Cos'altro aggiungere? Forse solo questo: che le ideologie sono morte. Ma continuano a fare molti danni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino