Rispettoso silenzio sugli infoibati? No, di silenzio su quelle pagine tragiche ce n'è già stato fin troppo

Rispettoso silenzio sugli infoibati? No, di silenzio su quelle pagine tragiche ce n'è già stato fin troppo
Caro Direttore, ho letto sul Gazzettino del 28 agosto 2020 la notizia della scoperta dei resti umani di circa 250 vittime italiane, atrocemente assassinate e infoibate in una...

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Caro Direttore,
ho letto sul Gazzettino del 28 agosto 2020 la notizia della scoperta dei resti umani di circa 250 vittime italiane, atrocemente assassinate e infoibate in una cavità naturale della Slovenia. 

Purtroppo anche su questo dolorosissimo martirio si stanno esprimendo strumentali voci politiche, soprattutto per fare cassa di risonanza in vista del voto amministrativo di settembre. Sui morti innocenti delle foibe, come per i morti nei campi di concentramento nazisti e per tutte le vittime di guerra e del terrorismo, la saggezza nel rispettoso silenzio e la commozione nella preghiera religiosa dovrebbero, devono, sempre prevalere sull’odio e sulle contrapposizioni ideologiche e politiche. Un doveroso sentito ricordo (anche) a questi 250 infoibati, può essere portato alla prossima marcia per la Pace, Perugia - Assisi, in programma per l’ 11 ottobre prossimo. 
Franco Piacentini
Mestre (Venezia)

Caro lettore,
siamo d’accordo: niente strumentalizzazioni politiche, soprattutto in campagna elettorale. Ma il rispettoso silenzio, che lei auspica, quello, proprio no. Perché sulle foibe di silenzio ce n’è stato fin troppo in questi decenni. E se a 75 anni di distanza vengono alla luce i resti umani di 250 giovani innocenti assassinati in un angolo della Slovenia, significa che ancora molto, anzi troppo, c’è da scoprire e da sapere sulle atrocità compiute, in quelle terre e non solo, dai comunisti titini. Il miglior modo per essere rispettosi, per onorare la memoria di quegli infoibati è proprio quello di parlarne, vincendo ritrosie e censure, superando retaggi politici e culturali figli di una narrazione ideologicamente falsa e falsata di quegli anni drammatici e tragici. Ben vengano, naturalmente, le preghiere e le marce per la pace. Ben venga anche il “sentito ricordo”. Ma le contrapposizioni si superano facendo, innanzitutto, i conti fino in fondo con la storia. Tutta la storia, non solo quella parte che ci è più facile e comodo ricordare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino