Le foibe e la difficoltà per molti di riconoscere il tragico fallimento e la brutalità del comunismo

Le foibe e la difficoltà per molti di riconoscere il tragico fallimento e la brutalità del comunismo
Buongiorno Direttore, ogni anno, da quando è stato istituito il giorno del ricordo della tragedia delle foibe, si ripropongono da parte di coloro che si ritengono,...

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Buongiorno Direttore,
ogni anno, da quando è stato istituito il giorno del ricordo della tragedia delle foibe, si ripropongono da parte di coloro che si ritengono, ideologicamente, dalla parte giusta, i soliti tentativi, le solite filippiche giustificazioniste, tendenti a sminuire l'eccidio. Già, perché di questo si tratta e non di altro, una carneficina programmata e messa in atto con cinica determinazione. È altresi vero che tutto ciò avveniva a seguito e come risposta ad un'altra ideologia, altrettanto criminale e che produsse quella immane tragedia che culminerà con lo sterminio di ebrei, zingari e omosessuali. Ma questa non è, e non può essere in alcun modo, una giustificazione. Credo che finché non si riuscirà a liberarci di ideologie superate dalla storia, finché non si riuscirà ad accettare con pacata intelligenza che la violenza non è mai giustificabile, che nessuno possiede la patente per considerarsi dalla parte giusta o, peggio per sentirsi depositario della verità, non saremo un paese civile, democratico e fatto di uomini liberi.


Diego Parolo
Carceri (Padova)


Caro lettore,


dietro le polemiche che accompagnano ogni anno la celebrazione della giornata del ricordo, ci sono naturalmente ragioni politiche e culturali, ma anche umane. Mi spiego meglio: nel nostro Paese, più che in qualsiasi angolo dell'Europa, ci sono stati milioni di uomini e donne che hanno creduto alla repubblica dei Soviet: il nostro è stato a lungo il più grande Partito comunista dell'Occidente. Ebbene per chi, per decenni, ha sacrificato anni della propria vita a inseguire un'ideale che si è poi frantumato sulla tragica realtà del socialismo realizzato, è difficile accettare che dietro il sole dell'avvenire si celassero in realtà alcune delle dittature più feroci e brutali della storia dell'uomo. Il negazionismo delle foibe nasce anche da qui: dall'impossibilità di riconoscere, agli altri e a se stessi, che anche un pagina della tradizione comunista come quella della lotta di Liberazione dal nazifascismo, sia stata orrendamente macchiata dagli eccidi, scientificamente pianificati, sul fronte orientale, perpetrati dai partigiani titini e coperti e giustificati dai comunisti italiani. Non a caso per anni questi massacri sono stati taciuti e coperti dall'oblio. Oggi, di fronte alle prove inconfutabili emerse nel corso degli anni, prevale invece la teoria del riduzionismo. Ossia il tentativo di sminuire l'orribile peso storico e politiche delle foibe o di storicizzarne il valore. In realtà le foibe sono uno dei capitoli della tragica storia del comunismo internazionale. E per molti, ancora oggi, questo è difficile da accettare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino