Femminicidi, al concetto d'amore manca sempre quello di rispetto

Femminicidi, al concetto d'amore manca sempre quello di rispetto
Caro direttore, un ennesimo femminicidio. Ciò che mi colpisce, oltre all'uccisione della donna, è il fatto che l'uomo non fugge, anzi spesso si consegna alla...

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Caro direttore,
un ennesimo femminicidio. Ciò che mi colpisce, oltre all'uccisione della donna, è il fatto che l'uomo non fugge, anzi spesso si consegna alla polizia. Questo è un particolare gravissimo. Questo rivela che l'assassino non si sente colpevole, anzi in qualche misura si sente giustificato. E' l'eredità del vecchio detto Sei mia!. Il partner, in particolare la donna, non è una persona con la quale si sta bene insieme e che si ama, no: è una mia proprietà. Ne deriva logicamente che una cosa di mia proprietà non può passare in proprietà di altri contro il mio volere. Non potendo impedirlo per la presenza di leggi indegne, elimino la cosa controversa e così chiudo il discorso. Non io, ma neanche altri. Con questa giustificazione nella mente l'assassino sa di aver trasgredito le leggi dello Stato ma non quelle della società. Come combattere questa orribile perversione? Famiglia, scuola, leggi? Secondo voi?

Giuseppe Alù

Caro lettore,

non so da dove si debba iniziare. Penso però che si debba riflettere su alcuni aspetti che emergono quando siamo costretti a parlare di un femminicidio. Il primo è lo scarso valore che viene ormai attribuito alla vita umana. Possono alcuni sms che rivelano una relazione rappresentare una ragione valida per uccidere? Forse in un videogioco sì. Ma nella vita reale il rispetto per la vita dovrebbe essere sopra ogni cosa. Purtroppo sempre più spesso non è così. La disinvoltura con cui si cancella un'esistenza, con tutto ciò che rappresenta in affetti e legami, è agghiacciante. Ma c'è anche un altra domanda che sorge spontanea di fronte a vicende tragiche come quella di questi giorni: di cosa parliamo quando parliamo di amore? Mariarca, la giovane mamma uccisa pochi giorni fa, non è una vittima del troppo amore dell'ex marito. Al contrario: ad ucciderla è stata una sete di possesso che è il contrario stesso dell'amore. Purtroppo molti uomini non hanno ancora compreso che la parola che più si associa al concetto di amore è rispetto. Quello che è mancato all'ex marito di Mariarca: lui non poteva sopportare una scelta di vita diversa da parte della sua ex moglie. Non era in grado di accettarne l'autonomia e la libertà. E per questo l'ha uccisa: se non sei mia, non hai neppure il diritto di vivere. Una logica bestiale e disumana. Ma purtroppo, lei sì, dura a morire Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino