Caro direttore, in merito all’intervento di Maria Cristina Piovesana, presidente Unindustria Treviso, scrivo per esprimere il mio esplicito elogio all’analisi...
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in merito all’intervento di Maria Cristina Piovesana, presidente Unindustria Treviso, scrivo per esprimere il mio esplicito elogio all’analisi socio-economico-politica del Nordest che essa ha fatto in una mirabile sintesi. Una sola colonna per denunciare con chiarezza, onestà ed umiltà gli errori, le incapacità della classe dirigente economico-finanziaria e politica regionale negli ultimi 25 anni. Affermazioni nette e precise, non le prolisse e fumose analisi di tanti analisti economici e sociologi. C’è un detto popolare, in larga misura veritiero, che recita: ognuno ha la classe dirigente che merita, per lo meno in campo politico. Io aggiungo che nella sintesi della presidente Piovesana manca una parola di richiamo alle responsabilità individuali dei cittadini elettori. La classe dirigente politica di governo della regione non è lì per estrazione a sorte, ma per una volontà maggioritaria degli elettori. Se anche gli altri dirigenti esprimeranno la volontà di girare pagina, allora per il Veneto c’è speranza di un futuro sano e migliore.
Gianfranco Marconato
Spresiano (Treviso)
Caro lettore,
non c'è dubbio che i cittadini siano responsabili dei politici che eleggono e spesso rieleggono. I politici dal canto loro sono però spesso responsabili di non mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Ma l'efficacia e l'importanza dell'intervento di Maria Cristina Piovesana sta anche in questo: andare oltre la politica, richiamare tutta la classe dirigente, non solo quella che siede nelle istituzioni, ad una seria autocritica e all'assunzione di responsabilità verso il futuro. Purtroppo la sensazione che quella di Maria Cristina Piovesana sia una voce nel deserto e che, anche nell'ambito del mondo imprenditoriale e associativo, prevalgano posizioni di auto-difesa e mentalità corporative e autoreferenziali, incapaci di guardare oltre l'orizzonte immediato. La catastrofica crisi delle banche popolare ha segnato la definitiva fine del modello Nordest. Forse si poteva evitare un finale così drammatico e lacerante. Ora però è tempo di ricostruire. E per farlo serve una classe dirigente, non solo una classe politica. Questa è oggi la vera emergenza del Veneto e del Nordest. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino