Il virus ha salvato la presidente della Bce: in altri momenti sarebbe stato giusto esigerne le dimissioni

Il virus ha salvato la presidente della Bce: in altri momenti sarebbe stato giusto esigerne le dimissioni
Egregio Direttore, mi potrebbe spiegare perché, emergenza coronavirus a parte, la grande stampa ha seppellito così in fretta la questione Lagarde, che a me sembra...

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Egregio Direttore,
mi potrebbe spiegare perché, emergenza coronavirus a parte, la grande stampa ha seppellito così in fretta la questione Lagarde, che a me sembra gravissima? Infatti delle due l'una: o si è trattato di una gaffe, e non possiamo lasciare una gaffeur in un ruolo così importante, soprattutto in un momento così delicato, come la presidenza della Banca centrale europea. Se poi quella della signora Lagarde una gaffe non era, allora era un atto di una ostilità inaudita contro l'Italia. Bisogna che la stampa continui a tener viva l'attenzione, se vogliamo che il Governo si muova come deve.

Enrico Mazza
Padova



Caro lettore,

purtroppo, e non lo scopriamo oggi, la nostra classe dirigente europea è spesso priva dello spessore e delle qualità politiche che il ruolo richiederebbe. Mario Draghi, l'ex numero uno della Banca centrale europea, è stato una luminosa e non facilmente ripetibile eccezione. Temo che avremo, purtroppo, altre occasioni per constatarlo e rimpiangerlo. Per quanto riguarda Christine Lagarde, con le sue avventate parole, ha dimostrato una dose di superficialità e una mancanza di sensibilità politica non tollerabili per un altissimo dirigente del suo rango. In altri momenti un presidente della Bce che, in un fase così delicata, avesse provocato un tale sconquasso dei mercati finanziari e messo a rischio gli equilibri finanziario-politici dell'Unione, avrebbe dignitosamente presentato le proprie dimissioni. E se non lo avesse fatto spontaneamente, qualcuno avrebbe provveduto a suggerirglielo o a intimarglielo. L'emergenza- coronavirus sconsiglia però crisi e fratture ad ogni livello: in questo momento bisogna evitare tensioni e vuoti di potere, a maggior ragione al vertice di grandi istituzioni. Questo spiega anche perché il caso Lagarde sia stato rapidamente derubricato come un incidente di percorso anche dai diversi governi. Ma ci sarà anche un dopo. E a quel punto sarà bene fare buon uso della memoria nel tracciare bilanci e nel misurare l'efficacia di enti e persone. Per ora speriamo solo che la signora Lagarde impari a misurare il suo eloquio. Ha già parlato troppo. E a sproposito. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino