Referendum, il risultato parla chiaro: ora stop alle polemiche, la strada è lunga

Referendum, il risultato parla chiaro: ora stop alle polemiche, la strada è lunga
Egregio direttore, il quesito scritto sulla scheda Vuoi che alla regione Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia? era volutamente generico,...

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Egregio direttore,
il quesito scritto sulla scheda Vuoi che alla regione Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia? era volutamente generico, per lasciare all'elettore di interpretarlo solo in positivo, e il raggiungimento del quorum del 50% più uno avrebbe determinato quello che era nei suoi desideri: che, al di fuori delle valenze politiche dei partiti e movimenti sostenitori del sì, l'elettore è andato liberamente a votare come si dice di pancia.

Il referendum consultivo non obbliga in nessun modo ad ottenere concrete autonomie da parte del Governo, ma semmai ad aprire un tavolo di trattative tra Stato e regione, nel rispetto di quanto previsto dalla Costituzione italiana. Non sono andato a votare, non per ragioni politico-partitiche, ma perché da quando alcuni referendum nel passato hanno ottenuto esiti positivi superiori ampiamente al quorum (quello sulla responsabilità dei giudici ebbe più dell'80%), nel concreto nulla è cambiato, dimostrando l'inutilità delle consultazioni referendarie, salvo quelle sull'aborto e sul divorzio. L'organizzazione di un referendum ha dei costi di svariati milioni di euro, che non escono dalle tasche dei proponenti ma sono a carico di fondi pubblici, regionali e/o statali. Il cantar vittoria per un 57% di votanti soddisfa chi ha votato sì, ma c'è bisogno di trattative serrate per ottenere quello che si poteva avere senza indire un referendum. Il governatore Zaia, da quando è al vertice della regione Veneto, ha mai intrapreso un'azione decisa ad ottenere una autonomia su qualche materia consentita dalla Costituzione?

Franco Polesel
Mestre


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Caro lettore, il referendum è passato. È comprensibile l'insoddisfazione e, in qualche caso, anche la rabbia di chi lo riteneva inopportuno, sbagliato o inutile. In democrazia però i numeri contano più delle parole. E per quanto riguarda il Veneto quel 57,2% di afflusso elettorale con il 98% di sì, non lascia spazio ai se e ai ma. È un successo indubbio dei promotori del referendum. Credo che adesso la cosa importante sia osservare, passo dopo passo, come evolverà e se evolverà la trattativa tra regione e governo per l'autonomia: quante competenze verranno trasferite, con quali tempi, quali risorse e modalità. Il referendum è un primo passo, certamente importante, ma la strada è ancora lunga. Ed è bene ricordarselo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino