Egregio direttore, da socio della Popolare di Vicenza ho seguito con curiosità e interesse il sequestro di beni nella casa di Gianni Zonin deciso dalla magistratura. Ho...
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da socio della Popolare di Vicenza ho seguito con curiosità e interesse il sequestro di beni nella casa di Gianni Zonin deciso dalla magistratura. Ho pensato: finalmente, se lo merita dopo quello che ha fatto e dopo averci messo sul lastrico!. Però adesso, dopo avere letto vari giornali e ascoltato i notiziari tv, non riesco a capirci molto: c'erano o non c'erano beni di grande valore in quella casa? Il sequestro era per 19 milioni, ma in quella bella casa c'erano soldi, preziosi, opere d'arte e altro ancora per quella cifra? Molti dicono di sì, altri sono più prudenti. A me quello che aveva Zonin non interessa. Mi interessa sapere se da questo sequestro possono arrivare un po' di soldi per i risarcimenti che ci spettano. Le chiedo, per evidenti ragioni, se pubblicherà questa lettera di mettere solo le mie iniziali.
L.B.
Padova
Caro lettore,
quanto valgono con precisione i beni messi sotto sequestro a casa Zonin ce lo diranno i magistrati. Ma una cosa è sicura: al contrario di quanto qualcuno ha detto o annunciato, nell'abitazione dell'ex presidente della Popolare di Vicenza non è stato trovato alcun tesoro. Certamente nulla che, anche solo lontanamente, possa avvicinarsi al valore di 19 milioni indicato nell'ordinanza di sequestro. Non c'è nessun Tintoretto, nessun Jacopo da Bassano come qualcuno ha voluto far intendere, ma quadri antichi senza certificazione. Insomma più che di opere d'arte, si tratterebbe di oggetti d'arredo, di buon pregio ma nulla di più. Non ho mai frequentato la dimora di Zonin e non so quindi se, in passato, alle pareti della sua abitazione fossero appesi dei Canaletto o dei Degas. È certo che adesso non ci sono o non ci sono più. Ed è bene che soprattutto i tanti soci o ex soci della Popolare di Vicenza ne siano consapevoli. Molti come lei sono stati illusi per anni di avere tra le mani titoli solidi e di grande valore e si sono poi ritrovati con un pugno di mosche. Speriamo che qualcuno oggi non li illuda su tesori che, allo stato, non ci sono e su risarcimenti milionari che non sarà affatto semplice ottenere e incassare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino