Dobbiamo ritornare a presidiare i confini

Dobbiamo ritornare a presidiare i confini
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Caro Direttore
«All'Italia non daremo nessuna risposta, ma ascolteremo». Credo che su queste parole del ministro degli interni estone Anvelt si infrangano le speranze del Governo italiano di coinvolgere i partner europei sul tema dell'emergenza migranti. Al di là del denunciato presunto cinismo dell'Europa, il vero problema sta nel fatto che l'Italia vorrebbe forzare i partner a considerare rifugiati anche coloro, e sono la stragrande maggioranza, che non ne hanno diritto, in quanto migranti economici. È facile pronosticare che fino a quando Roma persisterà in questa ambiguità, a poco serviranno anche le ventilate minacce di blocco dei nostri porti. A questo punto mi chiedo se non valga la pena di proporre che la gestione complessiva del problema venga presa in carico direttamente dalle Istituzioni comunitarie. Certo dovremmo rinunciare ad un poco di sovranità, ma varrebbe la pena di scoprire se Bruxelles riesce a realizzare i rimpatri che Roma non vuole fare, e forse potremmo evitare di trasformarci sempre più nel campo profughi dell'Europa.

Ivana Gobbo
Abano terme (Padova)


Cara lettrice,
credo che di fronte al colpevole e incosciente immobilismo della Ue e dei paesi europei, dovremmo in realtà riprenderci un po' della nostra sovranità, non il contrario. Ormai da tempo l'Italia ha rinunciato a difendere i suoi confini marittimi: nel nostro Paese dal Mediterraneo entra chiunque. E se per una certa fase sono stati i doveri di accoglienza ad avere la prevalenza, ora è del tutto evidente che non possiamo più sopportare da soli l'impatto di flussi migratori sempre più imponenti. Dobbiamo quindi tornare a presidiare i nostri confini e a selezionare arrivi e ingressi. Come fanno del resto tutti gli altri Paesi europei: anche l'illuminato Macron ha precisato che in Francia possono entrare solo i veri profughi e non gli immigrati economici.
Perché ciò che vale per la Francia non dovrebbe valere per l'Italia?

Il blocco di accesso delle navi straniere bei nostri porti va attuato, non solo minacciato. Non c'è altro modo per costringere l'Europa ad assumersi le sue responsabilità e a passare, finalmente, dalle parole ai fatti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino