Nessuna furia iconoclasta sul caso Djokovic, ma rispetto delle regole e del principio di uguaglianza

Nessuna furia iconoclasta sul caso Djokovic, ma rispetto delle regole e del principio di uguaglianza
Stimato Direttore, mi sembra che Lei, da giornalista equilibrato, stia diventando in quanto a vaccini alquanto fanatico, anche se il flop di questi farmaci si fa sempre più...

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Stimato Direttore,
mi sembra che Lei, da giornalista equilibrato, stia diventando in quanto a vaccini alquanto fanatico, anche se il flop di questi farmaci si fa sempre più evidente: vaccinati e non vaccinati trasmettono in ugual misura (Fauci dixit), la ripetizione dei richiami (4a dose in arrivo) ne indica la limitata azione di protezione e i positivi crescono a dismisura nei Paesi con più vaccinati...


Così con Djokovic, nella rubrica di sabato scorso, ha accusato tra le righe il campione di aver voluto fare il furbetto. Al contrario: Djokovic ha semplicemente richiesto la dovuta prescrizione medica (che le stesse case farmaceutiche prevedono nel bugiardino), che gli è stata negata, e perciò ha ricevuto l'esenzione. Ciò che sta facendo l'Australia è indecente per uno Stato democratico e mi sorprende che lei si lasci trascinare in questa furia iconoclasta che fa solo male alla società dividendo buoni e cattivi in base a quante dosi una persona ha ricevuto.
Michele Tronchin

Caro lettore,


non sono un fanatico dei vaccini e non divido la società in buoni e cattivi. Semplicemente penso che se le regole consentono a Djokovic di scendere in campo e giocare, è giusto che partecipi al torneo australiano, altrimenti deve anche lui accettare i divieti e le norme che quel Paese si è dato per difendere la sua popolazione dalla pandemia. La sensazione sgradevole)è che Djokovic abbia cercato e cerchi di abusare della sua fama per ottenere privilegi e permessi che a un cittadino normale non sarebbero concessi. Lui è libero di essere no vax o no quel che vuole, ma deve accettarne le conseguenze. Non è furore iconoclasta, è rispetto delle regole e del principio di eguaglianza, fondamenti di ogni società civile e democratica. Quanto ai vaccini mi sembra che, pur con i loro limiti, siano gli strumenti più efficaci che abbiamo a disposizione per frenare e contrastare la diffusione del virus. Se qualcuno la pensa diversamente rispetto la sua opinione ma, altrettanto legittimamente, mi permetto di replicare e di portare numeri e argomenti a sostegno di ciò che penso, senza aver la presunzione di ritenere che ciò rappresenti la verità. Un fatto è comunque innegabile: con la vaccinazione di massa il rapporto tra contagi e malati gravi o decessi è notevolmente migliorato. Prima della comparsa dei vaccini i morti di Covid, a parità di contagi, erano quattro o cinque volte superiori, cioè il 4-500% in più. Mentre i casi di gravi effetti collaterali provocati dai vaccini stessi sono rarissimi in tutto il mondo. Può darsi che per qualcuno questi siano risultati insignificanti o inadeguati. A me non pare proprio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino