​La disfatta del comunismo e le "risorse" dell’Italia

​La disfatta del comunismo e le "risorse" dell’Italia
Caro direttore, sul fallimento del comunismo si sono scritti una infinità di libri, ma al di là delle ideologie e dei discorsi complicati si può trovare una spiegazione...

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Caro direttore,

sul fallimento del comunismo si sono scritti una infinità di libri, ma al di là delle ideologie e dei discorsi complicati si può trovare una spiegazione semplice per noi comuni mortali, ed è che il sistema è fallito perché non è stato capace di mantenersi. Direbbe mio nonno: “No l’è stat bon de farse le spese”, cioè è fallito economicamente e ha lasciato - perlomeno nell’ex Unione Sovietica - milioni e milioni di diseredati e una élite di oligarchi arricchitisi sfruttando le falle del sistema.




Paragonare il fallimento dell’ex Urss a quello possibile dell’Italia, sarà anche improponibile tuttavia bisognerà pur riconoscere che la continua deriva sociale ed economica nella quale stiamo scivolando, potrebbe produrre le stesse conseguenze di degrado e sofferenza di milioni di cittadini e la sopravvivenza di una oligarchia di privilegiati, appartenenti alle varie corporazioni, che non intendono mollare niente dei loro privilegi. Siamo un Paese ingessato e sinceramente vedo poco senso di responsabilità, se non a parole, di chi potrebbe e dovrebbe decidere per il bene comune.



Gino De Carli

Padova











Caro lettore,

non eccediamo nel pessimismo e nel catastrofismo. La presenza di oligarchie e di caste "irresponsabili" non è purtroppo un'esclusiva dei sistemi socialisti. E' uno dei tarli che, seppur in modo diverso, stanno erodendo la credibilità e l'efficienza delle democrazie occidentali, dove il distacco tra politica e società si sta pericolosamente allargando. La crisi italiana e la crisi del comunismo hanno però origini e caratteristiche profondamente diverse. Ma tra i molti elementi che rendono improponibile e clamorosamente diversa la disfatta del modello socialista dal "caso Italia", ce n'è uno su cui vale in particolare la pena di soffermarsi.



Il comunismo aveva l'utopico obiettivo di liberare l'uomo, ma ha finito per ottenere l'effetto esattamente contrario: annullando gli individui, riducendoli a entità numeriche, distruggendo identità e radici. Il comunismo è stato, prima che un fallimento economico, un'epocale tragedia umana. E' per questo, e non solo per gli sballati piani quinquennali imposti dalle oligarchie di partito, che è stato duramente sconfitto dalla storia. L'Italia e gli italiani non hanno, per fortuna, conosciuto il comunismo. E, nonostante tutto, hanno conservato nel loro Dna uno spirito d'iniziativa, una capacità di fare e di intraprendere che non ha pari nel mondo. Se, come credo e spero, non falliremo, è soprattutto per questa ragione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino