Diritti sindacali, discutere sì ma per trovare una soluzione

Diritti sindacali, discutere sì ma per trovare una soluzione
Caro direttore, lei parla di “dovere sociale” dei lavoratori pubblici. Credo che si farebbe bene a ricordare che la demolizione del “dovere sociale” è stata costruita ad...

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Caro direttore,

lei parla di “dovere sociale” dei lavoratori pubblici. Credo che si farebbe bene a ricordare che la demolizione del “dovere sociale” è stata costruita ad arte dai partiti e dai rappresentanti delle istituzioni. Vorrei che si ricordasse la campagna sui fannulloni, rilanciata abbondantemente dalla stampa, che ha delegittimato tutti i lavoratori indiscriminatamente. Personalmente penso sarebbe utile che tutti, sindacato compreso, affrontassimo seriamente i problemi che ci pone la “vicenda Colosseo”. Come coniugare i diritti sindacali, di assemblea in questo caso, con la necessità che questi non vengano vissuti come lesivi della libertà individuale ma senza che gli stessi lavoratori siano costretti a rinunciare alle assemblee per evitare disagi ai cittadini. Per questo sarebbe utile ai lavoratori e alle istituzioni aprire una discussione seria, non demagogica o becera sul diritto di sciopero, per fare in modo che magari una parte di assemblee sia retribuita fuori dal normale orario di lavoro. Coniugare la garanzia dei diritti di cittadinanza è un compito che chiama tutti alla responsabilità ma ognuno deve fare la sua parte cominciando dal Governo, che è il datore di lavoro, e che non deve umiliare i “lavoratori della Repubblica” tenendo bloccati i salari dal 2009. Sono convinto che la maggioranza dei lavoratori pubblici è pronta, non vuole assumere posizioni corporative o scontate, vuole mettere in discussione privilegi e vuole aggredire i disservizi perché, è bene ricordarsi, servizi pubblici efficienti e di qualità sono nell’interesse di tutti a partire dai più deboli.




Daniele Giordano

Segretario generale Funzione pubblica Cgil Veneto




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Caro lettore,

concordo con lei: sul diritto di sciopero servirebbe finalmente una discussione seria. Ma aggiungerei anche un altro aggettivo: concreta. La materia infatti è certamente delicata e complessa, ma bisogna trovar il coraggio e l'intelligenza politica di farla uscire dall'ambito delle discussioni più o meno accademiche per farne materia di concreto intervento legislativo.



I dibattiti infiniti sono spesso un alibi per non far nulla e per non affrontare argomenti scomodi. E sul diritto di sciopero l'impressione è proprio questa: che si preferisca parlarne molto per non farne nulla. Salvo poi trovarsi di fronte al Colosseo o agli scavi di Pompei chiusi per assemblea o per una mobilitazione decisa da qualche minoritaria sigla sindacale.


Quanto ai lavoratori pubblici è giusto rifuggire dalle generalizzazioni e dalle rappresentazioni macchiettistiche: i fannulloni albergano ovunque, non solo in certi uffici. Ma è anche vero che, nel corso degli anni, gli addetti di alcuni settori della pubblica amministrazione hanno potuto godere di rendite di posizione e in qualche caso di veri e propri privilegi, sconosciuti alla gran parte degli altri lavoratori. E di questo i sindacati portano la loro parte di responsabilità. Giusto dunque contestare partiti e governi. Ma anche un po' di sana autocritica non farebbe male. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino