Il dialetto a scuola e quei temi identitari che rischiano di oscurare il vero problema: la crisi economica

Massimo Bitonci e Giorgia Meloni
A quel signor deputato che vuole insegnare nelle scuole la lingua veneta, il grande Totò gli avrebbe risposto: ma mi faccia il piacere! ...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
49,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
4,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
99,98€
Per 2 anno
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

A quel signor deputato che vuole insegnare nelle scuole la lingua veneta, il grande Totò gli avrebbe risposto: ma mi faccia il piacere!


Arrigo Cadore
Sospirolo (Belluno)


Caro lettore,
non voglio entrare nel merito della proposta di legge presentata dall'onorevole leghista Massimo Bitonci che chiede per il Veneto prerogative abbastanza simili a quelle già previste nel Friuli Venezia Giulia per la lingua friulana. Vorrei prendere spunto da questa iniziativa per fare un'altra considerazione di carattere più generale. Ho l'impressione che troppi esponenti della nuova maggioranza di governo non resistano alla tentazione di cercare visibilità e titoli sui giornali con iniziative o dichiarazioni dai caratteri fortemente identitari. È del tutto legittimo, naturalmente. E per certi aspetti era anche prevedibile. Dubito che sia però in questo momento pagante sul piano politico e che, soprattutto, risponda al mandato che gli elettori hanno affidato alla nuova maggioranza e alle loro speranze. Credo che i cittadini che hanno votato al centrodestra non si attendano polemiche e defatiganti dibattiti sui vaccini, sulle lingue locali o su altri temi identitari, ma proposte e iniziative concrete per far fronte alla crisi più difficile e complessa che il paese sta affrontando dal dopoguerra. Dai costi dell'energia alla necessità di far fronte a un'inflazione galoppante, l'agenda dovrebbe essere chiara e non dovrebbe essere, mi si passi il termine, inquinata da iniziative che distolgono l'attenzione dai temi cruciali per il presente e il futuro del Paese e che sono al centro dell'attenzione e dell'azione di governo. La politica, soprattutto in certi fasi della storia, deve avere una chiara visione delle priorità. Deve avere la consapevolezza del proprio ruolo e della propria funzione. Se questa viene meno o viene sacrificata per qualche titolo di giornale o qualche apparizione televisiva, allora vien meno la funzione stessa della politica.     
 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino