Sulle pensioni tanta confusione e demagogia, ma non si possono far comizi e tacere sul resto

Sulle pensioni tanta confusione e demagogia, ma non si possono far comizi e tacere sul resto
Egregio direttore, alla televisione un deputato del Movimento 5 Stelle, Emilio Carelli ex giornalista, ha dichiarato che la manovra del popolo favorirà tra gli altri i...

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Egregio direttore,
alla televisione un deputato del Movimento 5 Stelle, Emilio Carelli ex giornalista, ha dichiarato che la manovra del popolo favorirà tra gli altri i pensionati. Questo onorevole quando afferma ciò dovrebbe spiegare nei dettagli in cosa consistono i miglioramenti economici per gli attuali pensionati se è previsto un blocco delle indicizzazioni rapportate ai valori Istat per gli assegni pensionistici di importo pari a 1.500 lordi mensili che credo corrispondano a 1.300 euro netti. Non mi pare essere in presenza di pensioni d'oro oppure il menzionato onorevole non dice che il provvedimento serve per altre finalità forse per finanziare l'esodo anticipato di altri soggetti oppure per il reddito di cittadinanza? Lei potrebbe illustrarci meglio un provvedimento che in passato era già stato riproposto da altri governi salvo poi ricevere uno stop dalla Consulta se non vado errato.

Giuliano R.

Caro lettore,

sulle pensioni si è fatta molta confusione e altrettanta demagogia. Ora che la manovra ha avuto il primo via libera, un fatto è certo: se circa 300mila cittadini, secondo le stime, nel 2019 potranno andare in pensione godendo della cosiddetta quota 100, un ampio numero di pensionati non godrà invece di alcun beneficio. Anzi molti saranno penalizzati. Per due ragioni. Coloro che godono di pensioni elevate, le cosiddette pensioni d'oro, oltre i 100mila euro lordi annui, dovranno pagare un contributo di solidarietà che varierà dal 10 al 40 per cento sulla parte eccedente i 100mila euro. Una misura che soprattutto gli esponenti M5S hanno molto decantato, ma che nella realtà riguarda un ristretto numero persone, circa 30mila e in termini economici avrà effetti molto limitati: secondo i calcoli, dovrebbe garantire circa 76 milioni di euro e 239 milioni in tre anni. Più pesante e più esteso sarà invece l'effetto di un altro provvedimento, cioè il blocco della rivalutazione (che per il 2019 è pari all'1,1 per cento) sugli assegni pensionistici che superano i 1.522 euro al mese: da questa misura il governo otterrà infatti circa 2,2 miliardi in tre anni e 4,7 nei prossimi cinque anni. I tagli sono sempre impopolari e difficili da far digerire e ciascuna di queste misure ha dei pro e dei contro, vede contrapposti detrattori e sostenitori. Ma in ogni caso la politica ha nei confronti dei cittadini il dovere della verità e della trasparenza. Non si può fare comizi sui tagli alle pensioni d'oro e tacere sul resto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino