Non c'è contraddizione tra celebrare la Costituzione e ritenere che in alcuni punti possa essere cambiata

Non c'è contraddizione tra celebrare la Costituzione e ritenere che in alcuni punti possa essere cambiata
Egregio direttore, trovo strano e un po' inquietante il disagio, da parte di qualcuno, solo accennato, ma non di rado, quando viene fatto qualche riferimento alla...

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Egregio direttore,
trovo strano e un po' inquietante il disagio, da parte di qualcuno, solo accennato, ma non di rado, quando viene fatto qualche riferimento alla Costituzione. Stavolta sembra che ci sia chi non apprezza che Benigni l'abbia citata, al festival di Sanremo. Non è neppure raro che queste persone ne vedano l'accenno, come un atteggiamento di parte. Nessuno ha mai voluto intendere che essa appartenga a una parte politica, piuttosto che a un'altra. Mi viene, quindi, spontaneo di pensare che a queste persone, la Carta fondamentale crei qualche disagio di coscienza. Nel caso, si tratterebbe di un problema tutto loro.

Antonio Sinigaglia
Selvazzano di Dentro (Pd)


Caro lettore,


le polemiche inevitabili e prevedibili sul monologo sanremese di Roberto Benigni sulla Costituzione lasciano il tempo che trovano. Sono un riflesso condizionato. Ma un problema certamente esiste e non si può fingere di ignorarlo. Anzi, proprio Benigni nè è lo specchio e la dimostrazione. Il comico toscano è stato infatti alcuni anni fa uno dei sostenitori del fallito referendum di Matteo Renzi, fortemente osteggiato anche a sinistra, che puntava a cambiare alcuni punti della Costituzione. Qualcuno in questi giorni ha visto una contraddizione in quella scelta di allora di Benigni e nella sua recente esibizione a Sanremo. E lo ha criticato per questo. Come se difendere la Costituzione, celebrarne come ha fatto il comico toscano la sua "bellezza", equivalga automaticamente a considerarla intoccabile e intangibile. È proprio vero il contrario. Chi ha cuore la Costituzione, la sua forza e la sua efficacia, si deve interrogare costantemente sulla sua attualità. Si deve laicamente porre il problema se sia, in tutte le sue parti, ancora al passo con i tempi e con le esigenze di una società che nel frattempo è fortemente cambiata. Si può ovviamente dissentire ed avere opinioni anche molto diverse su questo. Ed è anche giusto ritenere che ogni intervento sulla Carta non possa avvenire a colpi di maggioranza parlamentare ma necessiti di un ampio consenso. Non si può però usare la Costituzione per imporre la difesa e la conservazione dell'esistente. E non si può considerare un sovvertire dell'ordine democratico chiunque ritenga che in alcune sue parti la Costituzione debba e possa essere attuata o modificata. Se c'è un disagio rispetto alla nostra Carta fondamentale credo stia in questo: nell'uso strumentale e di parte che qualcuno ne fa. Salvo poi affermare solennemente che è un patrimonio di tutti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino