Anche noi, come Dante, alla fine usciremo a "riveder le stelle". E dovremo farci molte domande

Anche noi, come Dante, alla fine usciremo a "riveder le stelle". E dovremo farci molte domande
Caro Direttore, la discordia continua come il diffondersi del coronavirus. Il genere umano continua a distruggersi e non ha...

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Caro Direttore,
la discordia continua come il diffondersi del coronavirus.

Il genere umano continua a distruggersi e non ha ancora capito che ogni persona avrà una fine terrena, nessuno è immortale, nessuno è onnipotente, nessuno vuole capire che il potere umano è effimero. Forse il diluvio universale, le piaghe d'Egitto, le passate pestilenzie dovranno ancora fare seguito al presente Virus che sta falciando mezza umanità prima di convincere i così detti potenti ad essere più umili e più concordi?Spero e penso di no. Il Papa Francesco, come i suoi Predecessori, continua nei suoi insegnamenti a volersi bene, ad aiutarsi, ad essere umili, concordi, come anche il nostro Presidente Mattarella. Quale è il risultato? Nessun segno buono ma continua Caino contro Abele, e tutto per il potere e per il denaro che insieme fanno disastri. Il nostro Dante non so dove ci collocherebbe se potesse riscrivere La Divina Commedia !
Ignazio Zoia
Peseggia 


Caro lettore, non so dove Dante ci collocherebbe in una contemporanea Divina Commedia. Mi verrebbe da dire tra color che sono sospesi . Quel che è certo è che questa epidemia, con la sua forza devastante, ha messo tutti noi, uomini digitali e globali, di fronte ai nostri limiti e alle nostre profonde debolezze. Ha imposto un fermi tutti a un mondo che ha fatto ( aveva fatto) del cambiamento continuo, dell'evoluzione inarrestabile la sua cifra e il suo tratto distintivo. Il virus, questo nemico invisibile e inafferrabile, ci ha costretti a ripensare tutto, a modificare abitudini e stili di vita. Ci ha reso incerti sul nostro presente e anche sul futuro. Una cesura profonda che non avrà necessariamente solo una valenza negativa. Questo virus ci ha tragicamente mostrato che molte cose del nostro mondo vanno ripensate. Che l'organizzazione sociale ed economica che ci siamo dati va rivista. Non dobbiamo rinunciare o vergognarci del nostro modo di vivere, ma abbiamo il dovere di valutare, dopo questa crisi, dove e come deve cambiare. Dante concluse l'Inferno con un verso diventato famoso: «E quindi uscimmo a riveder le stelle». Prepariamoci anche noi a farlo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino